Gli ultimi fatti di violenza hanno suscitato clamore tra alcuni cittadini, ma non e' la prima volta che avvengono fatti del genere in un contesto pubblico e va' sottolineato che le forze dell'ordine hanno egregiamente agito con la massima fermezza, competenza e dovuta calma.

Quanto e' avvenuto non e' ne' un sintomo ne' un epilogo e rappresenta l'esternarsi di tensioni circoscritte ad un ambiente. Episodi di violenza personale sono stati e saranno purtroppo presenti anche in futuro ma cio' potra' essere limitato lanciando una sfida culturale attraverso progetti di medio e lungo termine.

La questione relativa all'integrazione e' un fatto sociale che investe una intera nazione che si deve interrogare come intervenire in un inevitabile futuro di integrazione. Da chi dovrebbe amministrare in comune ed in provincia ci si aspetta molto di piu', senza facili allarmismi o attraverso l'uso di ricette spicciole, non valutate e poco adatte all'evoluzione dei tempi.

Assistenzialismo e repressione, sono due facce della medaglia che non si coniugano con integrazione dove invece va' previsto un ruolo attivo di chi dovrebbe giungere in Italia consapevole di svolgere una funzione da cui trarre e dare benefici.

E' vero che non basta conoscere una lingua per assorbire cultura, leggi e consuetudini, cosi' come e' vero che le limitazioni provocano reazioni, le piu' disparate. Occorre maggiore autorevolezza e competenza nei ruoli istituzionali politici.