Ospite ieri sera di Marco Calvaresi per la cena elettorale al Pescatore, di leader di FLI è stato accolto dallo stato maggiore della coalizione centrista. Insieme a lui, Daniele Gibellieri, Nico Stallone, Vittorio Santori, Benito Rossi, Mario Baldassarri e duecento sambenedettesi si stringono intorno alle potenzialità del progetto e del suo candidato, digiuno di esperienza politica ma con una lunga e consolidata storia imprenditoriale alle spalle. E di una coalizione che "è la migliore possibile", "una novità che verrà premiata dagli elettori" - se non fosse per la defezione dell'API, che dopo la spaccatura avvenuta intorno alla leadership si è arruolata nelle file di Gaspari.

Una formazione di moderati che si preoccupa di mettere al centro i giovani e la solidarietà, concentrata sui problemi del territorio, quelli veri, su cui i cittadini esprimono la preferenza nelle amministrative. Decise non in base alle ideologie e alle simpatie nazionali, ma sulla fiducia per la persona. Anche se è proprio la deriva degli orientamenti della politica nazionale, a determinare l'internazionale caduta di credibilità dell'Italia, che si riflette nello scarso potere di trattativa per le direttive europee. Come avviene, Bocchino ne è certo, anche nel caso della Bolkestein.

Il vicepresidente di FLI riconosce poi il valore unico della governance che muove il progetto nato a San Benedetto, anche grazie ad un candidato credibile che si mette al servizio della sua città. Rifiutando i clientelismi della politica, e catalizzando le migliori energie dei tanti che si avvicinano anche grazie all' appeal delle liste civiche e della logica di inclusione e coinvolgimento. "La città ha dato una grande risposta in termini di partecipazione. Tanti passionali della politica, come me" dice Calvaresi. Uno spaccato di società che si impegna e spinge verso una transizione, che riporti l'uomo al centro dell'orizzonte politico.