Un dibattito ricco e vivace è stato presieduto al Museo del Mare da Corrado Peroni, rappresentante della Federpesca e da Francesco Calderoni, rappresentante delle Marinerie d'Italia. Il summit ha riunito pescatori che, da Trieste a Termoli, hanno messo in evidenza le problematiche legate alla pesca e le carenze organizzative e legislative presenti a livello locale e nazionale.

I pesci d'allevamento hanno prezzi troppo bassi, tali da rendere non competitivo il lavoro dei marinai; uguale discorso per il pesce d'importazione, il cui prezzo vertiginosamente basso fa dimenticare al consumatore la scarsa qualità del prodotto. E' stato questo uno dei punti cruciali del dibattito, assieme alla problematica della piccola pesca che, abusiva al 70%, e quindi fuori regolamentazione, impoverisce il nostro mare.

Sarebbe necessario un maggior controllo degli abusivi, una regolamentazione dei prezzi e dei prodotti, le Marche dovrebbero creare una collaborazione con l'adiacente Abruzzo, per reggere la concorrenza della vicina Croazia. Ma sarebbe anche necessario un diverso atteggiamento, una diversa informazione per tutelare il mondo della pesca. Come realizzare questi propositi, in che termini, e, nello specifico, come imporre le proprie richieste?

Le diatribe interne sulle misure da adottare ed eventualmente da presentare a livello nazionale sono state parecchie. Motivo di discussione è stato il periodo di fermo biologico: di che durata? Organizzare un fermo comune per tutte le aree? O un fermo articolato in maniera diversa? Ma, più in generale, a quale problema, tra quelli evidenziati, dare la priorità?

Moltissime le idee e moltissimi gli elementi non ancora chiariti. La necessità è quella di stilare pochi punti, chiari e comuni a tutti i rappresentanti, elaborarli subito e fornirli affinché il mercato non soccomba, e, con esso, non soccomba il mare, una risorsa preziosa per l'uomo, dalla quale attingere con rispetto.