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All’IIRIS Regione, Provincia e imprese discutono di energie alternative

San Benedetto del Tronto | Nel confronto le idee in materia di rinnovabili Donati e Celani d’accordo sulla tutela dei campi contro il fotovoltaico selvaggio.

All’IIRIS: Regione, Provincia e imprese discutono di energie alternative

Energia a perdere. La nuova "corsa all'oro" delle energie rinnovabili incompatibili con l'ambiente, il paesaggio e il patrimonio storico-culturale. Questo il titolo del convegno-dibattito tenutosi nel pomeriggio di martedì 12 aprile, presso la sede dell'IIRIS (Istituto Italiano Ricerca Informazione Statistica) di via Giovanelli 10.

Si è discusso di: energie insensibili per un futuro insostenibile, energie rinnovabili e agricoltura ed effetti socio-sanitari dell'inquinamento ambientale; la lista degli interventi è stata moderata dal presidente dell'Iiris Camillo Di Monte: «Ci sembrava opportuno come Istituto di ricerca organizzare questi incontri per approcciare a questi temi sensibili parlandone con i più giovani. Abbiamo scelto argomenti legati sia alla ricerca sociale che all'attività delle aziende».

L'evento è stato patrocinato dalla Regione Marche, rappresentata dall'assessore all'Ambiente Sandro Donati da un lato favorevole alle energie alternative ma non se si tratta di sacrificare la bellezza del paesaggio. « Per quanto riguarda il fotovoltaico, - ha spiegato l'assessore regionale - la Regione ha posto uno stop sul proliferare degli impianti sui terreni agricoli perché non è possibile deturpare il territorio anche in considerazione dell'impatto che possono avere da un punto di vista turistico, settore su cui dobbiamo necessariamente puntare.

Abbiamo rimodulato i parametri con regole ben precise, incentivando con lo stanziamento di fondi la costruzione di pannelli su capannoni industriali e parcheggi piuttosto che nei campi. Mentre sull'eolico siamo indietro perché le Marche non sono ventose come ad esempio la Puglia».

In sintonia con Donati anche il presidente della Provincia Piero Celani: «L'eolico è anche molto impattante, riguardo al fotovoltaico credo che sia da incentivare ma non nei terreni agricoli, bensì vicino alle zone produttive e penso particolarmente ai parcheggi o sui tetti di capannoni». Ma il presidente ha anche analizzato la situazione energetica italiana.

«La nostra regione acquista il 49% dell'energia da centrali nucleari svizzere e francesi. - ha illustrato il presidente della Provincia - Inoltre, se riuscissimo a coprire tutto il territorio nazionale di pannelli fotovoltaici, arriveremmo a soddisfare il 20-25% del fabbisogno energetico necessario».

A favore del'atomo si è schierato anche l'assessore provinciale al Turismo, nonché candidato sindaco di San Benedetto, Bruno Gabrielli che ha sottolineato sì la valenza turistica delle energie alternative, ma si è detto anche favorevole al ritorno del nucleare. «È innegabile, parlando di fotovoltaico a terra su zone agricole - ha spiegato Gabrielli - che ciò modifichi enormemente lo skyline dei nostri orizzonti e che il territorio è una risorsa irriproducibile da consumare con molta cautela.

Dall'altro lato però, lo sviluppo presuppone che verrà consumata sempre più energia. Io sono favorevolissimo alle rinnovabili ma credo altresì che questa non sia la soluzione. A mio avviso bisogna prendere esempio da nazioni come la Germania che fa coesistere energie alternative con altre energie, compresa quella nucleare».
Ma sulle posizioni della politica ha avuto da ridire l'imprenditore Giovanni Cimini che sulle rinnovabili ha deciso di investire.

«La green economy è il futuro: basti pensare che - come documentato in un libro di recente pubblicazione - sono stati creati 209 nuovi mestieri e si sono registrati 150 mila nuovi occupati nel settore, soprattutto giovani. Solo nella provincia di Ascoli Piceno, sono 2500 gli assunti. Però facciamo grande fatica perché oltre ad espletare le pratiche comuni di ogni azienda, dobbiamo anche far passare il messaggio della sostenibilità. Ci scontriamo con poca competenza e difficoltà nel recepire questi temi».

Un esempio su tutti, secondo Donati, è quello delle biomasse: «solitamente c'è una levata di scudi generale da parte di sindaci, associazioni, comitati quando invece una piccola centrale inquina allo stesso modo di un caminetto domestico».

13/04/2011





        
  



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