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La libera scelta di essere liberi

San Benedetto del Tronto | Gherardo Colombo mette a nudo le contraddizioni eterne nelle relazione tra l’uomo e la sua libertà.

di Martina Oddi

Gherardo Colombo

Ospite della rassegna "Incontri con l'autore", organizzata dal Comune di san Benedetto in collaborazione con La Bibliofila, Gherardo Colombo presenta la sua ultima fatica letteraria: Il Grande Inquisitore, il peso della libertà - edito da Salani.

Una riflessione lucida e disincantata sul rapporto dell'uomo con il suo essere libero, che si risolve in una scelta senza appello. L'unica libertà possibile, sostiene Colombo, è quella che deriva dalla totale assunzione di responsabilità delle proprie scelte. Se non siamo pronti ad affrontare le nostre responsabilità le nostre scelte verranno vanificate: sarà la volontà del Grande Inquisitore, la metastruttura rappresentata dai pochi che detengono la conoscenza e il potere di scegliere per tutti, a imporsi tacitamente sulla nostra libertà. Scegliendo al posto nostro e sostituendosi alla nostra coscienza, fomentando in noi la vana illusione di essere liberi. Liberarsi del peso della scelta, del dramma della coscienza che lo anima, significa rinnegare la propria crescita di essere umano e condannarsi all'eterno stato di minorità.

Come un individuo che assurge allo stato di adulto deve liberarsi del bisogno della mamma, dell'elemento di dipendenza che lo lega al suo essere infantile, senza appellarsi ad un'alterità superiore per soddisfare il suo bisogno elementare di una finalità per il suo agire, della condivisione di un sentimento di comunione con gli altri esseri e della partecipazione all'anima mundi che muove il suo destino e quello dei suoi simili. Credere che la società si regga necessariamente sulla consapevolezza di pochi significa partire dal presupposto che l'uomo sia un vile, incapace e ribelle, che deve essere guidato e represso con l'autorità se cerca di alzare la testa. E il risultato paradossale è una sottomissione spontanea quanto inconsapevole, che nel mondo contemporaneo non è determinata tanto dalla coercizione quanto dalla persuasione, da cui la condanna implacabile della televisione, colpevole artefice di una informazione distorta e degenere.

Un messaggio di libertà e di rispetto per l'essere umano, affinché non si nasconda dietro allo stato e agli organi federali per giustificare la declinazione della scelta. Una fede profonda nell'intelligenza e nella capacità dell'uomo di liberarsi dalla logica relazionale di sottomissione, che vive nella società tra governanti e governati, uomo e donna, madre e figlio, individuo e società. Per appropriarsi della conoscenza e assumersi la responsabilità del proprio agire che diventa, solo allora, libero.

Un'esortazione radicale a non rassegnarsi al presente: i considerevoli progressi dell'ultimo secolo non possono bastare. La libertà individuale deve coincidere con quella collettiva e ispirarsi a valori universali - come i diritti e i doveri sanciti dalla Costituzione - per non ripetere gli orrori che la storia ci riporta alla mente, dalle ultime guerre al genocidio nazista. Libertà fino al sacrificio estremo della vita, e il ricordo va a Gianni Ambrosoli e alla coerenza verso ciò che egli ha scelto di immolare per amore delle proprie libere scelte.

Perché essere liberi di scegliere è difficile, a volte atroce, ma è l'unico modo per essere Uomini.

30/07/2010





        
  



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Gherardo Colombo

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