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Lecturae Dantis

Civitanova Marche | Sono riprese, per la stagione autunnale, le letture dantesche del Circolo Didattico presso la scuola primaria “Silvio Zavatti”.

Dante Alighieri

Ripresa autunnale, la scorsa settimana, delle Lecturae Dantis presso la scuola primaria "Silvio Zavatti", del Circolo Didattico via Ugo Bassi, di Civitanova Marche, diretto dalla dottoressa Agata Turchetti.

Il professor Domenico Bartolini ha letto e commentato uno dei più noti canti della Divina Commedia, il canto V dell'Inferno, quello dedicato a Paolo e Francesca, i due amanti-cognati, uccisi dal marito di lei.

Il relatore, considerato il pubblico presente, composto in larghissima parte da adulti, ha preferito evitare il taglio scolastico, scegliendo di offrire spunti alla riflessione personale dei presenti. La lectura si è così incentrata sul tema della responsabilità personale, e sul ruolo che due aspetti importanti dell'uomo, istinto e ragione, giocano nelle nostre scelte. Presentando i lussuriosi, infatti, Dante dice di aver davanti "li peccatori carnali che la ragion sommettono al talento", cioè all'istinto.

L'interpretazione del canto non è stata quella passione travolgente, alla quale non si può resistere, ma di una scelta che i due protagonisti hanno fatto. Secondo Dante, infatti, se è vero che l'amore nasce naturalmente nel cuore è pure vero che l'uomo ha il libero arbitrio per scegliere fra "buoni re rei amori". Accantonata, dunque, la lettura romantica, che vorrebbe un Dante uomo (comprensivo e quasi complice dei due sventurati cognati) contrapposto ad un Dante cristiano (ligio alla morale della Chiesa), è emersa la personalità di Dante senza dualismi o doppie misure: Dante si commuove perché ha pietà di due anime condannate all'Inferno e si turba perché nella dottrina d'amore esposta da Francesca ritrova il suo burrascoso passato, con il quale, però, l'amore per Beatrice gli aveva fatto dare un taglio netto.

Non li ha messi all'Inferno a malincuore, per un moralismo che certo non apparteneva alla sua natura d'uomo, ma perché con la loro scelta avevano sottomesso la ragione all'istinto e così snaturato il loro affetto. La discussione che ne è seguita si è allargata alla maggiore responsabilità che, nella vicenda di Paolo e Francesca, Dante sembra attribuire alla ragazza, per approdare poi alla figura della donna nel Medioevo.

Il prossimo appuntamento è per il 10 ottobre, con la professoressa Maria Luisa De Luca che presenterà il canto XVI del Purgatorio.

29/09/2008





        
  



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