Agostini "molla" Gaspari

Quando il vicepresidente della Regione Marche, nonché indiscusso leader dei DS nella provincia di Ascoli Piceno, Luciano Agostini, dichiara che "il Palacongressi deve servire per il turismo congressuale...quindi deve prevalere l'utilità pubblica e non certo quella privata", non pare proprio soccorrere un Gaspari turbato dal caso "Panettone Sequestrato".

Perché a Gaspari, convinto contestatore della cessione ai privati del Palacongressi quando stava all'opposizione, l'incontrollabile ed ironico destino lo ha fatto diventare proprio il Sindaco che ha dovuto provvedere alla consegna delle chiavi della struttura.
In altre parole avrebbe potuto sconfessare la scelta ereditata dal suo predecessore Martinelli e non lo ha fatto.

Ecco perché quando Agostini mette in dubbio l'operazione di cedere il Palacongressi ai Privati, non rende un buon servigio all'attuale primo cittadino. 

La soluzione di Agostini..?

La storia del Palacongressi è semplice. Vecchi miliardi di lire investiti su una struttura mai completata, di qui i nomignoli "Panettone" e Cattedrale nel Deserto", giunta fino ai giorni nostri non funzionale. La formula adottata dalla passata amministrazione di centro-destra è stata quella di coinvolgere la parte privata con lo strumento del Project Financing.

Del resto cos'altro fare? Se questa struttura fosse stata del Comune di Ancona, la Regione Marche non avrebbe esitato a sborsare 10 milioni di euro, rinominandolo magari "Palacongressi Regionale", ma figuriamoci se un "Panettone del Sud" potrebbe mai diventare dolce tipico regionale!
E così la soluzione pubblico-privata appare inevitabile.

A meno che Agostini non trovi una eroica soluzione, in qualità di vicepresidente della Regione, riuscendo a convincere la Regione che l'investimento rappresenterebbe un volano per l'economia turistica Marchigiana...mah, chi ci crede?

Ahi ahi ahi...tecnici "avvisati"

Gli avvisi di garanzia notificati al dirigente del settore LL.PP. e al responsabile del procedimento, pongono due ordini di problemi.

Da una parte l'interrogativo del perché non sia stato chiamato in causa il dirigente del settore Urbanistica, visto e considerato che uno dei capi d'imputazione fa riferimento al procedimento tecnico relativo alla mancata approvazione di una variante urbanistica?

Dall'altra, l'antica questione legata alla mancanza di coraggio che ha caratterizzato i sindaci degli ultimi 15 anni, ossia la loro incapacità di comprendere che un buon Dirigente deve essere prima di tutto un buon conoscitore delle procedure amministrative. E come è ampiamente noto, i dirigenti del Comune di San Benedetto del Tronto non sono nuovi a strafalcioni amministrativi.