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Il Centro “FAMIGLIA” tira le orecchie all'Amministrazione Comunale

San Benedetto del Tronto | Gli ultimi provvedimenti in materia di famiglia non sono stati graditi dal consultorio familiare d'ispirazione cristiana che, inoltre, lamenta il fatto di non essere stato preventivamente consultato.

di Marco Braccetti

I responsabili del Centro Famiglia Federico Pirri, Carlo Di Biagio, Nicola Farinelli

Richiamo del consultorio familiare Centro “FAMIGLIA” all’amministrazione comunale. I rappresentanti della struttura hanno osservato con amarezza le ultime mosse degli amministrazione in materia di famiglia: provvedimenti che hanno significato un riconoscimento giuridico e formale delle coppie di fatto.

“Ci aspettavamo di essere consultati- dicono Carlo Di Biagio, Fabrizio Pirri e Nicola Farinelli, responsabili della struttura- Siamo dispiaciuti e chiediamo che si apra presto un tavolo di dialogo con al centro i problemi della famiglia”.

Il consultorio di ispirazione cristiana opera da quasi trent’anni nel nostro territorio, accogliendo nuclei familiari in difficoltà ed organizzando corsi per la preparazione al matrimonio ed all’essere genitori.

I responsabili del centro famiglia hanno scritto una lettera che qui riportiamo integralmente:

Negli ultimi mesi l’argomento famiglia è stato al centro dell’attenzione di moltissimi italiani. Non hanno tenuto banco i tanti problemi legati alla famiglia, ma un modo diverso di costituirsi famiglia anche se famiglia non è. Il Parlamento Italiano sta discutendo una proposta di legge sulla tutela delle convivenze tra persone. Si vuole il riconoscimento del diritto di convivere, che è gia tutelato allo stato attuale dal codice civile e dagli strumenti che offre il diritto privato, al di fuori quel progetto chiamato famiglia che si realizza attraverso il matrimonio civile o religioso.

In questa situazione il Centro Famiglia, consultorio d’ispirazione cristiana, deputato all’assistenza della famiglia sia nella sua fase di preparazione che nel suo evolversi nel corso della vita, si fa promotore di questo forte appello. La famiglia naturale non è un progetto del cristianesimo. Entra nella Costituzione Italiana del 1948 ed è riconosciuta come punto da cui ripartire, per ricostruire la salute della società e dello Stato dopo la guerra: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società  naturale fondata sul matrimonio” (Art. 29 della Costituzione)

Per costruire una famiglia sono necessari non solo degli sposi che esprimono degli intenti formali, ma due perone, un uomo ed una donna, legate da vincoli non solo affettivi ma di amore, che decidono di convivere insieme un’esperienza stabile per tutta la vita. Attraverso questo atto di amore la coppia cresce nella sua relazionalità, condivide momenti di gioia e dolore, offre la garanzia di intervento educativo permanente e stabile ai figli che saranno espressione del loro amore. Ora si vuole istituire una seconda modalità di essere famiglia, alla cui base non ci sia la stabilità, ma la temporanea scelta personale che potrà eventualmente prolungarsi nel tempo. Il legame generato da un matrimonio civile o religioso in tal caso è visto come un cappio alla propria liberta.

Inoltre si vuole che questa scelta temporale e personale diventi un patto garantito dallo Stato, un modo da poter godere dei diritti all’essere famiglia, senza essere famiglia, ed assumere solo in minima parte i doveri legati all’essere famiglia. I problemi legati all’assistenza sanitaria, alle donazioni di organi, alla nomina di un tutore legale, agli alloggi, agli affitti, alle pensioni ed all’eredità possono essere risolti con atti di diritto privato, senza intaccare la famiglia.
Si vuole riconoscere come famiglia, o quasi famiglia, anche l’unione di due persone dello stesso sesso, mentre con atti di diritto privato possono essere risolte che questo convivenze legate e scelte personali o condizioni particolari.

E’ grave soprattutto che in questi momenti non si voglia aiutare le coppie a costituire la famiglia o aiutare la famiglia a risolvere i suoi problemi (casa, lavoro, educazione dei figli, servizi, sanità, previdenza) mentre si voglia garantire diritti, che in parte gia hanno, ad un piccolo numero di coppie che vivono gia in stato di convivenza in Italia e non tutte interessate ad avere un riconoscimento giuridico. L’Appello che noi rivolgiamo è: Si pensi alla famiglia come definita nella Carta Costituzionale. La si difenda e la si aiuti concretamente.

La famiglia oggi è troppo abbandonata e dimenticata. Bisogno impegnarsi a far in modo che venga ricostituita nel migliore dei modi e aiutata nell’espletamento delle sue funzioni. Mancando la famiglia come elemento di stabilità le figure educative saranno deboli. Non si avranno figure di riferimento ed i giovani saranno disorientati. Tanti fatti di cronaca ci invitano a questa riflessione. Investiamo sulla famiglia senza ghettizzare nessuno. Non creiamo altre strutture che minino quelle che da migliaia di anni sono state alla base della società umana. Non distruggiamo la culla dove ci siamo formati e non permettiamo che i nostri ragazzi altre tremende difficoltà nella loro crescita. Riflettiamo e prendiamo coscienza di questo: non è un problema legato a questa o quella religione, si tratta del bene vero delle persone e della crescita dell’umanità.

05/04/2007





        
  



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