Testimonianza di un viaggio e di un sapere nell’universo della civiltà contadina: è questo il tema della conferenza, dal titolo "Terrasmossa" tenuta dal poeta e scrittore Lucilio Santoni. L’evento culturale si svolgerà nel Polo Museale di San Francesco, a Montefiore dell’Aso, domenica 18 marzo con inizio alle ore 16.30. Più che delle conoscenze della civiltà contadina, la voce di Lucilio Santoni proverà a disegnare nello spirito, e quindi a salvare dalla dispersione, una seria di oggetti, luoghi e volti. Tale tentativo stabilisce un riunirsi di pensiero, scrittura, sentimento, voce e ascolto. E certamente la poesia è al centro di questa costruzione.

Una poesia che, come sempre, è elegia dei secoli scomparsi, degli uomini che non sono più e che si portano dietro inestimabili tesori. L’evocazione di un amore lontano che porta con sé le “lacrime delle cose”. La poesia è vita che rimane impigliata in una trama di parole. Vita che si paga con la vita. Civiltà contadina e poesia, senza la retorica accumulata nei secoli. Sul fondo di tutta l’arte di tutti i tempi c’è la domanda, quella senza risposta, proprio perché indissolubilmente legata alla nostalgia, alla lontananza. Come Garcìa Lorca vede i contadini andalusi tristi ed estatici, e come Ivan Turgenev vede i suoi contadini come sangue e midolla russi convertiti in sfinge, la scrittura raccoglie la creazione personale del popolo per adattarsi alla sua sensibilità.

In tal senso, Terrasmossa è teoria, ermeneutica, ma anche sentimento, stile e tema. Dove lo stile è l’accordo e il tema l’amore. Che ogni generazione veste con un colore diverso, per poi lasciare tutto il proprio struggente bagaglio in eredità a quelli che verranno.