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Al Calabresi "Cani di bancata": l'indignazione di una palermitana

San Benedetto del Tronto | AMAT e Comune portano in città l'ultimo lavoro di Emma Dante


È l’ultimo lavoro della regista palermitana Emma Dante. Che ancora una volta si rivolge alla sua Sicilia e ne mostra un aspetto. Quella che viene fuori da Cani di bancata – al Calabresi giovedì 22 febbraio, quinto dei sette titoli del cartellone in abbonamento realizzato da Comune e Amat con il sostegno della Fondazione CaRisAp - è un’altra “famiglia” che la Dante smembra e ne fa emergere gli aspetti più rituali e crudeli.

«Lo spettacolo parla del potere che gestisce tutto – ha detto Emma Dante al quotidiano La Repubblica-. La mafia non è certo un problema solo siciliano; siamo stanchi di difenderci da questo luogo comune». Attenta alla cronaca ma senza rinunciare alla sua personale cifra densamente simbolica e fatta anche di apparati scenici e visuali, («Per me il teatro – ha confidato - non è tanto uno show, quanto uno scambio intellettuale fra attori e pubblico»), la Dante invita a non fare confusione: «Un conto sono gli atteggiamenti mafiosi, la prevaricazione. Ma sono cosa molto diversa dalla mafia, quella vera, sanguinaria e feroce, che ammazza e delegittima la verità, che gestisce l’economia del paese e sa adattarsi ai cambiamenti, nascondersi e ricomparire, quella di fronte a cui siamo tutti responsabili se ci ostiniamo a far finta di niente».

I cani di bancata (i cani del vicolo) sono quei cani sempre in atttesa che qualcuno getti loro qualcosa che divoreranno famelici. Quel qualcosa, smembrato, è qui un’Italia che alla fine dello spettacolo appare, in modo blasfemo, a testa in già. E quel qualcuno è la mafia. La regista la descrive procedendo per immagini che raccontano un modo d’essere più che una storia. Una ‘cagnara’ volgare, caotica e consortile, cameratesca e spietatamente cinica è nascosta dalla metafora di un’ “ultima cena”. A governarla c’è una Mammasantissima (in scena è Manuela Lo Sicco), femmina mostuosa vorace e menzognera che dai suoi figli (gli attori Gaetano Bruno, Sabino Civilleri, Salvatore D'Onofrio, Ugo Giacomazzi, Fabrizio Lombardo, Carmine Maringola, Stefano Miglio, Alessio Piazza, Antonio Puccia, Michele Riondino) si fa ubbidire con la crudeltà spietata. Non è un padrino

Mammasantissima è la mafia stessa: «Non c’è alcuna bellezza in questa tragedia che è la mafia», dice Emma Dante. Altro che Coppola e Scorsese. Altro che boss seducenti e affascinanti di film e romanzi. La mafia, nelle vie della sua Palermo, la si respira. Dagli attentati a Falcone e Borsellino, la città è stata come in stato di guerra: «È un trauma che la mia generazione ha elevato a cultura di pace. Di fronte a tanta supidità, ho sentito risvegliarsi in me una fortissima coscienza civile».

La profondità e la suggestione con cui la giovane regista palermitana, fra i talenti del teatro italiano più apprezzati anche all’estero, tratta un tema tanto impegnativo, hanno fatto ovunque accogliere Cani di bancata con grande consenso di pubblico e critica. Il Corriere della Sera ha elogiato “la bravura del gruppo e l’impegno a trattare un tema così tragico e difficile”; per L’Avvenire lo spettacolo è un esempio di “teatro visionario ed estremo che, viene da Sud e del Sud impietosamente, e pure con struggente poesia, mostra ferite e dolori”, mentre il quotidiano parigino Le Monde titola nell’edizione del 19 gennaio scorso: “Emma Dante, l’indignata di Palermo”.
Cani di bancata è in scena anche nella stagione teatrale di Macerata mercoledì 21 febbraio e venerdì 23 in quella di Fano.

Informazioni: Amat tel 071/2072349 oppure: San Benedetto del Tronto, cineteatro Calabresi in viale Colombo, tel. 0735/5869500 (il giorno di spettacolo la biglietteria è aperta dalle ore 16,00) e Ufficio Cultura del Comune tel. 0735/794460-0735/794595. Biglietti on line su www.amat.marche.it <http://www.amat.marche.it> e su www.vivaticket.it <http://www.vivaticket.it> .

13/02/2007





        
  



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