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Un problemaccio, un film, un saggio

Montefiore dell'Aso | Renato Novelli anticipa la conferenza che terrà Marco Tullio Giordana

di Renato Novelli


Domani a Montefiore nel vecchio cinema del paese, alle 15,30 Marco Tullio Giordana terrà una lezione agli studenti della Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche e a quelli di alcune scuole della provincia che hanno partecipato ad una serie di seminari sulle economie del cinema, promosse nel Polo Museale di Montefiore, dal Comune, la Provincia e per l’Università da Giancarlo Basili, da 5 anni docente nella stessa Università nel Corso di Economia di Economia del Territorio e del Turismo.

Il film di Giordana, si intitola “Quando sei nato, non puoi più nasconderti” e racconta la storia di un ragazzo ricco che cade in mare nel Golfo di Sicilia dallo yacht del padre. Quando pensa di essere allo stremo, qualcuno arriva a salvarlo. Per gli ex ragazzi di tanti anni fa, il pensiero va alla lettura di “Capitani Coraggiosi” e al film in bianco e nero con Spencer Tracy.

Ma questa volta a raccogliere un ragazzo di ottima famiglia, non sono barche di pescatori audaci, che sfidano il mare da professionisti. A nuoto, un migrante raccoglie il ragazzo e lo porta su una delle tante barche stracariche che percorrono lo stretto in cerca dell’Europa. Sulla barca il ragazzo è straniero e da straniero impaurito vive i suoi giorni. Lo aiutano due altri “passeggeri” : un adolescente e una ragazza che come l’interprete del film è alla soglia dell’adolescenza.

La barca arriva in un porto, lo sguardo sui centri cosiddetti di accoglienza è severo. La situazione si rovescia. Ora sono proprio i passeggeri della barca, amici del cuore compresi, a diventare stranieri e il ragazzo ad essere uno di casa.

Non andrò oltre, perchè chi non ha visto il film, farebbe bene a vederlo, visto che io non so nulla di cinema, ma so che questo lavoro di Giordana è un saggio sull’emigrazione in forma narrativa. Poco tempo fa, negli USA è uscito un libro di economia dal titolo molto eloquente “Immigranti: il tuo paese ha bisogno di loro” scritto dall’economista Philippe Legrain, già giornalista del The Economist. Legrain sostiene che vanno cancellate ogni barriera di controllo del numero degli immigrati e ogni norma di limitazione. Porte aperte ad ognuno che voglia entrare in un paese.

Gli emigranti sono spesso qualificati o vanno a soddisfare una domanda di lavoro importante e specifica (vedi le badanti). Ma anche i clandestini non qualificati si portano dietro una tendenza a lavorare, ad essere attivi, a mobilitarsi e risparmiare. Le cifre macro economiche dei paesi ricchi gli danno ragione.

Sul lungo periodo gli immigrati di prima e seconda generazione, danno sempre impulso all’economia. L’apertura delle frontiere eliminerebbe la clandestinità e con essa una parte degli ambienti criminogeni che accolgono gli immigrati irregolari. Se ogni immigrato avesse di fronte a sé un percorso trasparente di accoglienza, quanti spaccerebbero droghe o si nasconderebbero tra le pieghe di piccole attività illegali e quanti cercherebbero un lavoro ? Legrain propone altro. Vorrebbe che l’emigrazione fosse sempre temporanea, cioè che gli emigrati fossero a termine e tornassero a casa dopo un certo numero di anni. Propone anche che una parte del salario dello straniero venga trattenuta e restituita come bonus alla partenza, per incentivare la scelta del ritorno al paese d’origine e aiutare il reinserimento a casa.

Difficile che queste proposte possano diventare realtà. Molti emigrati tendono a fermarsi nei paesi di immigrazione, anche se ogni immigrato dice a se stesso almeno due volte al giorno che tornerà a casa presto.
Ma non si può negare che sul tema immigrazione ci sia bisogno di abbandonare le politiche attuali, quelle meno permissive e più punitive della destra o quelle più aperte e preoccupate della sinistra, ma sempre centrate sul controllo del fenomeno, sulla vigilanza un po’ ossessiva e sulla legittimazione della paura diffusa.

Giordana è più sociologo che non Legrain. La sua storia, umanissima e terribile, ci dice quello che la mentalità autoritaria dell’economista, non riesce a vedere. Lo straniero arriva e si porta dietro i suoi progetti, ma questi si mescolano con le condizioni vissute all’arrivo, alle difficoltà, al sentimento di diversità. La società è un labirinto nel quale districarsi è faticoso.

Come aveva scritto Georg Simmel un secolo fa, lo straniero non può non puntare sulla vita sentimentale, sulle amicizia e l’amore, perché non ha una storia nel luogo in cui arriva, né una rete sociale – familiare di protezione. Quello che al residente appare terribile (per esempio prostituirsi o far prostituire, rubare ecc.), allo straniero neo residente può apparire un’attività neutra. Ma le regole repressive delle carriere o delle relazioni sociali autoritarie possono apparire allo sguardo delle straniero in tutta la loro relatività e parzialità.

Lo sguardo dello straniero che oggi arriva e domani resta può aiutarci a cogliere i limiti della buona volontà sociale del nostro mondo strutturalmente costituito o lo statuto parziale delle nostre regole. Misurarsi razionalmente con il problema è l’unica scelta ragionevole.

D’altronde non abbiamo alternative. Le società diventeranno sempre più aperte e diverse al proprio interno. Questo dato non può modificarlo nessuno. A noi non rimane che Cercare gli attrezzi di laboratorio per affrontare la novità. Proprio per questo, per un paradosso, il saggio dell’economista Legrain appare come una denuncia a cambiare rotta e il racconto cinematografico di Giordana come un laboratorio concreto per ragionare sui problemi e gli strumenti. La terza modernità della post – globalizzazione forse inverte le parti tra scienza e narrazione.

La scienza ci dice che, se Otello non fosse stato uno straniero, non avrebbe ucciso Desdemona perché avrebbe trovato parenti ed amici pronti a consolarlo, o altre signorine dallo sguardo complice a lui note. Ma è il cinema, cioè un’arte narrativa che ci suggerisce di inventare le forme nuove di socializzazione che aiutino lo straniero Otello a non uccidere Desdemona.

26/01/2007





        
  



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