Anche quest’anno il Corpo Bandistico Città di Ripatransone ha reso omaggio a Santa Cecilia, patrona dei musicisti. Tutto esaurito lo splendido Teatro Comunale, dove ieri sera si sono esibiti i quaranta elementi della Banda, magistralmente diretti da Roberto Vespasiani. Alla presenza del Sindaco Paolo D’Erasmo e del Sottosegretario Pietro Colonnella sono stati eseguiti undici pezzi; un repertorio che alternava brani classici, come la Marcia Trionfale (tratta dall’Aida di Verdi) o come la Tancredi Ouverture di Gioacchino Rossini ed anteprime assolute, come la “Marcia Simpatica” Pastrocchio, composta dal maestro Vespasiani.

Con il concerto di ieri la Banda ha voluto inoltre rendere omaggio ad Antonio Settimo, membro storico del Corpo Bandistico ripano, recentemente diplomatosi al Conservatorio; ma si è dato anche il benvenuto a due nuovi “acquisti”: i giovani Daniele Spurio ed Elia Damiani, rispettivamente al flauto ed al sax contralto.
L’Assessore alla Cultura Remo Bruni sottolinea la funzione aggregante e culturale del Corpo Bandistico: “Per Ripatransone la Banda è una vera e propria istituzione, profondamente radicata nel nostro territorio, e rispecchia l’amore di tutti i cittadini per la musica. La nutrita presenza di giovani nel Corpo- prosegue Bruni, anch’egli con un passato da musicista nella Banda- non può che farmi piacere, mi complimento per la loro preparazione e competenza musicale”.

La Banda di Ripatransone ha una storia antica: nasce del lontano 1862, sotto l’impulso dell’allora sindaco Antonio Boccabianca, era stata istituita principalmente per solennizzare i momenti più significativi della ritualità collettiva e negli anni ha contribuito in modo determinante all’educazione musicale di molti cittadini. Dopo i primi decenni del ‘900 le attività della Banda si fermano, per riprendere del 1979, grazie alla voglia ed all’entusiasmo di molti cittadini, desiderosi di tornare a fare musica insieme. Ecco allora il rinnovarsi di vecchie tradizioni bandistiche che sembravano ormai scomparse: le marcette, le sfilate per le vie del paese, le processioni, i concerti, ma soprattutto l’affermarsi di una cultura musicale grondante di genuinità e spontaneità. Tra le centinaia di persone che nel corso degli anni ne hanno fatto parte spicca Giovanni Allevi. Il “Mozart del 2000”, giovanissimo, suonava l’ottavino negli anni in cui suo padre dirigeva il Corpo.

Una grande storia dietro le spalle ma un futuro incerto, almeno secondo le parole del Presidente del Corpo Bandistico, Giuseppe Ottavi, che lamenta una carenza di fondi: “Non abbiamo i soldi per rinnovare delle cose essenziali come gli strumenti o le divise, ci mettiamo tutti tanta passione ma a volte la passione non è sufficiente, per questo chiediamo che le istituzioni ci aiutino a portare avanti quest’attività così importante per il tessuto sociale cittadino”.