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Ma si continua a leggere poesie con gli incontri de “La punta della Lingua”

| ANCONA - “La punta della lingua” è il titolo della rassegna laboratorio di idee per la poesia: analisi delle poesie per coglierne il valore e il senso.

di Andrea Carnevali

La rassegna che da due anni ospita poeti di rilievo nazionale,  è stata   fin dai primi incontri dal  presidente dell’associazione  Natalia Paci e dal  poeta anconetano Luigi Socci, i quali  hanno avuto come scopo principale  promuovere la lettura della poesia.

“C’è un’esigenza  - dice Valerio Cuccaroini - di conoscere a fondo la poesia, soprattutto contemporanea” . Dopo l’esito positivo del 2003 sono cresciuti gli spazi per gli  incontri, fino a quando non  abbiamo organizzato incontri con versi a tema. “ Per il buon esito del laboratorio dello scorso anno, - spiega Valerio Cuccaroni -   con una buona presenza di partecipazioni a Slam Poetry  in tutte le Marche, si è pensato di riproporlo quest’anno, conservando la stessa formula: prima  la lettura e poi  la scrittura, aprendo gli incontri a tutti e invitando  poeti italiani di fama nazionale”.

Il nome del ciclo, “La punta della lingua”, richiama la natura della poesia: il linguaggio umano per via del suo valore estetico, oltre che comunicativo. “In realtà da due secoli a questa parte i confini fra poesia e prosa sono sfumati, soprattutto per un avvicinamento della prima alla seconda”. Nella dimensione poetica si afferma,  anche,   una distinzione di status socio-economico: il narratore può vivere della propria scrittura, il poeta non è in grado. 

Una condizione comune a tutti i narratori come:  Poe,  Dostoevskij, Joyce  Pier Paolo Pasolini al nostro corregionale Paolo Volponi.  “Nel poeta ospite   – dice Valerio Cuccaroni -  Antonello Satta Centanin,  noto in Italia, con lo speudonimo di Aldo Nove, c’è principalmente un narratore:  il suo “Super Woobinda” ha aperto la strada alla stagione letteratura cannibale che in realtà nasce come poeta e alla poesia continua a dedicarsi.

Il ciclo si è inaugurato il 21 gennaio scorso, è stato con Tiziano Scarpa il quale, noto anch’egli principalmente come narratore “cannibale”, da qualche tempo si dedica alla poesia. Legata allo sperimentalismo e all’umorismo di Aldo Palazzeschi, la poesia di Scarpa scava nella realtà della società dei consumi. Venerdì prossimo, 8 aprile, sarà la volta di Francesco Scarabicchi (nato ad Ancona nel 1951).

Iniziato all’essenzialità della poesia dal concittadino Franco Scataglini, poeta neodialettale fra i maggiori del secondo Novecento, Scarabicchi ha pubblicato le seguenti opere in versi: La porta murata, Residenza, Ancona, 1982, introduzione di Franco Scataglini; Il viale d'inverno, Edizioni L'Obliquo, Brescia, 1989, con  un saggio di Massimo Raffaeli; Il prato bianco 1988-1995, Edizioni L'Obliquo, Brescia, 1997; Asfalti, Stamperia dell’Arancio, Grottammare, 2002, con fotografie di Daniele Maurizi; L’esperienza della neve, Donzelli, Roma, 2004, finalista al Premio Viareggio 2004, vincitore del Premio Metauro 2004 e segnalato da Repubblica fra i primi venti libri di poesia più venduti degli ultimi cinque anni. Figura ricorrente nella poesia di Scarabicchi è la soglia (vetro, porta, cancello), che traendo origine dallo stupore provato nell’infanzia di fronte a balconi e finestre è assunta da Scarabicchi a simbolo della parola e della poesia, soglia fra l’Io e l’Altro. Gli ultimi due incontri vedranno la partecipazione di Edoardo Zuccato, il 4 maggio e Aldo Nove il 26 maggio.

Gli incontri si svolgeranno al Circo ad Alto, in via Ad Alto 25 (dietro piazza Pertini) ad Ancona, alle ore 21.15. Sono organizzati dall’Associazione Culturale Nie Wiem Onlus, in seno al progetto Leggere il 900 della Provincia di Ancona, con la collaborazione dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Ancona, Arci Ancona, Centro Servizi per il Volontariato, Associazione Culturale Circo Ad Alto, Historia Café.

08/04/2005





        
  



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