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A Falerone il primo esperimento di foto digitale tridimensionale applicata all'archeologia.

Falerone | Durante la cerimonia d'inaugurazione della nuova sala Multimediale di Falerone realizzata all'interno dell'ex Chiesa di San Sabastiano, i tecnici del progetto, hanno presentato un esperimento il primo del genere in Italia.

Un sistema all’avanguardia, che permette di visionare i reperti archeologici del museo di Falerone su Pc in tutti i punti di vista, lateralmente, da sopra o da sotto fornendo contemporaneamente dati utili per conoscere il reperto: la storia, cosa fa riferimento l’anno di realizzazione, dimensioni e persino il materiale in cui è realizzato. E’ stato questo l’esperimento, realizzato con successo a Felerone in occasione dell’inaugurazione della nuova sala Multimediale avvenuta sabato mattina presso l’ex chiesa di San Sebastiano.
 
Una struttura ristruttura completamente che solo 10 anni fa cadeva a pezzi e che oggi, offre uno spettacolo nel vero senso della parola, al suo interno, infatti, sono stati allestiti degli antichi dipinti trasformando la sala in una piccola pinacoteca. Inoltre la sala è stata attrezzata con moderne tecnologie per trasmissioni a larga banda, Pc per lo studio e un sistema d’illuminazione discreto e tecnologico. Insomma un bel mix fra antico e moderno che impreziosisce tutta la struttura.
 
E’ proprio qui che si è compiuto il primo esperimento in Italia di scannerizzazione computerizzata tridimensionale applicato ai reperti archeologici. Un sistema molto tecnologico, utilizzato per archiviare alcuni dei pezzi custoditi all’interno del museo, ricreandone una visione tridimensionale che propone agli studiosi una foto completa da più punti di vista dell’opera. I tecnici che hanno lavorato al sistema sono stati molto soddisfati dei risultati, anche perché è stato introdotta una sorta di “assicurazione”. Per evitare che possibili falsari utilizzino il calco digitale per creare delle copie del reperto, la foto digitale di alta definizione è conservata nell’archivio del museo, mentre quella disponibile sul sito www.faleriopicenus.it propone delle mini lacune, dei piccoli dettagli tralasciati volutamente per evitare possibili duplicazioni. 

11/04/2005





        
  



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