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"Caro ministro prenda nota"

| REGGIO EMILIA - "...e chieda scusa"

di Carla Mariani Portioli*

Riceviamo e pubblichiamo:

Antonello Ogana, 25 anni, era diretto a Olbia a prendere la fidanzata, che tornava in traghetto da Civitavecchia, dopo aver partecipato ai funerali del Pontefice.

Vedendo un camionista in difficoltà, con un TIR rimasto impantanato in una piazzola di sosta, diligentemente ha esposto il triangolo rosso, ha acceso le quattro frecce lampeggianti: con un nobile gesto di solidarietà umana, Antonello si è fermato per dare una mano al camionista.
Un’auto a gran velocità, guidata da un conducente ubriaco, lo ha investito ed ucciso.
La memoria torna all’incidente di capodanno, alle porte di Trento.

Anche in quel caso, il gesto generoso di un giovane, Roberto Carotta, fermatosi a soccorrere un automobilista in difficoltà, Marco Orazi, venne pagato con la morte di entrambi.
Anche i due giovani trentini, come il ragazzo sardo, sono stati falciati e uccisi da un automobilista che guidava in stato di ebbrezza.

Stesso destino a Mantova per Elena e Alice 18 e 17 anni, per Matteo Minoglia, 28 anni, a Reggio Emilia Silvia e Giulia, 17 e 18 anni, e tanti, troppi altri.

Famiglie distrutte, giovani vite spezzate, tra le tantissime vittime da “alcol passivo”: in Italia il 41 per cento degli omicidi è attribuibile all’alcol.

Il ministro Alemanno ha fatto oscurare l’informazione scientifica sui pericoli del bere, predisposta dai maggiori esperti nazionali ed internazionali, per il timore di disturbare gli interessi commerciali dei produttori di alcol.

Il ministro Alemanno è andato a Vinitaly a raccontare che “la sbronza passiva” non esiste.
Vada Alemanno a spiegarlo ai genitori di questi ragazzi, vada a raccontare che la sbronza passiva non esiste ad Alessandra, fidanzata di Roberto Carotta, che se l’è visto ammazzare davanti ai suoi occhi, e che porterà nel cuore e nella mente lo strazio di quella scena per tutta la sua vita.

*vice presidente Associazione Europea Familiari e Vittime della Strada – Onlus

10/04/2005





        
  



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