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Furti nelle ville: i Carabinieri di San Benedetto risolvono il caso

San Benedetto del Tronto | Arrestati tre nomadi ritenuti reposnsabili degli scassi. Sono stati gli uomini del comando sambenedettese a recarsi nel Lazio dove i ladri si erano rifugiati

di Emidio Lattanzi

Da sin. Gianni Espositi, Ghemon Alasia e Guido Fusser

Probabilmente in altre occasioni erano riusciti a farla franca dileguandosi nei campi nomadi d' Italia, ma questa volta hanno trovato sulla loro strada i Carabinieri di San Benedetto, che non hanno mai mollato la presa sulla vicenda dei furti avvenuti in estate in tre ville della zona, e a distanza di sei mesi caratterizzati da capillari indagini, sono riusciti ad mettere le manette ai polsi ai responsabili.
 
Sono andati a cercarli nelle proprie città di provenienza, nel basso Lazio, assicurandoli alla giustizia. Così Gianni Espositi (37 anni), Ghemon Alasia (25 anni) e Guido Fusser (39 anni) sono stati riconosciuti come gli artefici dei tre furti che in agosto hanno colpito altrettante ville di San Benedetto, Acquaviva e Centobuchi.
 
Come ha sottolineato lo stesso tenente Massimo Di Lena, i tre erano professionisti del furto con scasso. La loro tecnica consisteva in uno studio preliminare della zona e delle abitudini degli abitanti dell'abitazione presa di mira. Quindi, nelle ore serali, si introducevano in casa, neutralizzando la centralina esterna dell'allarme con il poliuretano espanso, sostanza impermeabilizzante utilizzata in campo edilizio.
 
Dopo aver isolato la casa tagliando i cavi telefonici, uno dei tre (mai la stessa persona), si introduceva in casa trapanando gli infissi di una finestra, e scassinava la cassaforte con una moletta, strumento anch'esso edilizio, utilizzato per tagliare muri o solidi materiali ferrosi.
 
Nei tre furti realizzati nella zona i tre erano riusciti ad intascare oltre 60.000 euro, bottino composto dal contante trovato in casa e all'interno della casseforti, da oggetti preziosi quali gioielli ed orologi di valore (tra i quali due Rolex Daytona ed un Cartier), e da materiale d'alto costo trovato per la casa, come computer portatili, ed attrezzature foto-video digitali.
 
Le riprese delle telecamere a circuito chiuso delle abitazioni svaligiate e di quelle limitrofe, avevano fornito le immagini di persone sempre diverse, ma i tre furti avevano come comun denominatore la presenza di una Fiat Stilo grigia. Ed è stata proprio l'autovettura a fornire ai militari il punto di partenza per le indagini.
 
La macchina risultava intestata ad una donna, la convivente di Ghemon Alasia, che insieme ai suoi "colleghi" aveva però fatto perdere le proprie tracce. In base a rilievi invesitgativi incrociati, e grazie alla collaborazione di altri comandi, gli uomini della caserma di viale dello Sport sono giunti all'individuazione della presenza dei tre pregiudicati in un quartiere di Aprilia e in uno di Viterbo. Entrambi gli agglomerati urbani erano fortemente popolati da zingari.
 
Così è partita dalla Riviera delle Palme la spedizione finale dell'operazione, che si è conclusa tra la serata del 28 febbraio e la mattina del primo marzo. I militari hanno tratto in arresto Fusser ed Alasia ad Aprilia, mentre Espositi è stato individuato e fermato nell'altro centro laziale.
 
Il sostituto procuratore della Repubblica di Ascoli Piceno Ettore Picardi ha disposto custodia cautelare per Fusser ed Espositi, mentre Alasia ha ottenuto gli arresti domiciliari. La convivente di quest'ultimo è stata denunciata a piede libero per favoreggiamento.
 
Un'operazione difficile quella conclusa dal personale del comando sambenedettese, come ha sottolineato lo stesso Di Lena: "Quando si tratta di questo genere di furti è difficile imboccare la strada giusta per individuare i responsabili, soprattutto quando si tratta di zingari. Abbiamo messo tutto l'impegno possibile per venire a capo della vicenda, e con grande soddisfazione abbiamo risolto il caso".

03/03/2005





        
  



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