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L’ereditiera, miglior spettacolo del 2004 e per il premio Ubu

| URBINO - In scena nella Marche dal 15 al 19 marzo. Prima tappa nell'urbinate

Dal 15 al 19 marzo i tanti appassionati di teatro delle Marche non potranno perdersi L’ereditiera di Annibale Ruccello e Lello Guida nella messinscena di Arturo Cirillo, lo spettacolo che la giuria del prestigioso Premio Ubu (il più importante riconoscimento del settore in Italia, sorta di ‘Oscar’ del teatro italiano) ha premiato come lo spettacolo per la “Miglior regia” del 2004.

L'ereditiera
diretta da Cirillo - uno dei lavori più freschi e divertenti della stagione - sarà in scena nelle stagioni realizzate dall’Amat in collaborazione con i Comuni coinvolti il 15 e 16 marzo al Teatro Sanzio di Urbino (ore 21), il 17 marzo al Teatro Alfieri di Montemarciano (ore 21,15), il 18 marzo al Comunale di Treia (ore 21) e il 19 marzo al Teatro Serpente Aureo di Offida (ore 21,15). Per informazioni e biglietti: Amat 071 2072439, www.amat.marche.it.
 
Il testo (parodia del romanzo Washington Square di Henry James e soprattutto del film hollywoodiano degli anni ’50 ad esso ispirato) è un perfetto gioco a incastro, un montaggio di citazioni e rimandi fatto con disincantata ironia.

Scrive Arturo Cirillo, regista e attore napoletano dell’ultima generazione, nelle note allo spettacolo: “in principio c'è un luogo scenico, nero, incorniciato da lampadine, come gli specchi degli attori, o come il teatro del varietà, o come una scenografia di uno show televisivo di qualche decennio fa. Poi ci sono dei siparietti, quasi dei separè, delle cartoline di stanze dell'ottocento, cineserie e parati dipinti. Musiche, molte e le più svariate, tutte conviventi tra loro, quasi a braccetto in un ipotetica passerella di suoni. Sfila un pò di tutto: da Angela Luce a La traviata, da Via col vento al Boogie Woogie. Ci sono anche musiche originali, ma anche loro vivono in un gioco di citazioni, qualcuna ricorda un altro spettacolo, qualcuna  la Pantera Rosa, e qulcun'altra non ricorda niente ma amerebbe essere ricordata. In questo luogo, e su queste musiche, si muovo sette attori per otto personaggi, ma forse anche qualcuno in più. È difficile definirli, sono di natura ondivaga, assumono forme e stilemi recitativi molteplici, si potrebbe pensare a dei camaleonti. Sono tutti ambiguamente vestiti secondo il secolo ottocento, ma il loro pensiero spazia ben oltre, creature eclettiche ma molto umane. In questa scena, con queste musiche e grazie a questi attori si racconta una storia, e anche più, una storia che inizia nell'ottocento e finisce nel novecento, una storia d'amore e disamore. Questa storia ha dentro di sé altre storie, anch'esse storie d'amore e disamore. Queste storie raccontano la fine delle storie, e la fine dell'amore (e del disamore); raccontano come si racconta una storia e come per raccontarla siano tante le possibilità: come una farsa di Scarpetta, come un film holliwoodiano, come una Sceneggiata, come un dramma borghese, come un musical, come un balletto, come una canzoncina, come un duetto, come una fotografia, come una promenade, come un crescendo, come un morendo. È tutto, ma è ancora niente: il teatro si vede, non lo si legge.”

Lo spettacolo ha ottenuto un grande successo critica. Enrico Fiore su “Il Mattino” ha scritto che “Arturo Cirillo non poteva far meglio: la sua lettura del testo è, insieme, fedelissima e attentissima a farne scaturire e a sottolinearne i significati riposti. E ne risulta, quindi, uno spettacolo molto divertente che, però, non trascura la riflessione amara. […] Ottima - nel contesto adeguato delle scene ad elementi mobili di Massimo Bellando Randone e degli spiritosi costumi di Gianluca Falaschi svarianti fra crinoline e feluche - anche la prova degli interpreti”. Sulla stessa scia Antonio Audino su “Il Sole 24 ore” che sottolinea come “Arturo Cirillo, mette in scena la commedia facendone un vero capolavoro di ritmo e di preziosa comicità”.

I protagonisti dello spettacolo – prodotto da Nuovo Teatro Nuovo- Teatro Stabile di Innovazione Napoli - sono: Monica Piseddu, Giovanni Ludeno, Arturo Cirillo, Rosario Giglio, Michelangelo Dalisi, Antonella Romano, Salvatore Caruso. Le luci sono di Andrea Narese, la musica di Francesco De Melis.

11/03/2005





        
  



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