Sono stati i vicini, allarmati dalle violente urla provenienti da un appartamento di via Murri, a comporre il 113, per segnalare alle forze dell'ordine che qualcosa di strano, nello stabile, stava accadendo.

 

Tempestivamente una pattuglia della Polizia è giunta sul posto, riuscendo forse ad evitare una tragedia. Chiuso nel bagno, coltello alla mano, c'era un tunisino di diciannove anni Abdai Malek Muhammed Saber, con lui una ragazza sanguinante, M.M., classe '83 originaria di Teramo.

 

Gli agenti, dopo aver sfondato la porta, sono riusciti ad immobilizzare il tunisino togliendogli di mano l'appuntita arma di circa 20 centimetri di lunghezza, e provvedendo ad avvertire l'ambulanza per un immediato trasporto della ragazza in ospedale.

 

Ferita in varie parti del corpo (soprattutto al collo), per M.M. è stata diagnosticata la prognosi di sette giorni, anche se si stanno effettuando altri accertamenti clinici che potrebbero peggiorare la già compromesa situazione dell'aggressore.

 

Il tunisino si è introdotto con la forza nell'appartamento nel quale la ragazza era ospitata da due amici, un italiano ed un nordafricano, ha quindi estratto il coltello chiudendosi nel bagno con la vittima. Ora gli inquirenti stanno cercando di risalire al movente del gesto, anche con l'aiuto della stessa ragazza e dei due residenti nell'appartamento.

 

Il tutto è accaduto mercoledi 9 febbraio, ma già sabato tutti i capi d'imputazione a carico del tunisino sono stati convalidati. Così con l'accusa di violazione di domicilio a mano armata, minaccia aggravata, violenza privata, porto abusivo di oggetti atti ad offendere, il diciannovenne, già pregiudicato e con un provvedimento d'espulsione non rispettato alle spalle, è recluso in carcere, da dove al termine della pena subirà l'accompagnamento coatto alla frontiera.