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Inceneritori nelle Marche: no all’emendamento Tontini

| ANCONA - Con il tour “Rifiuti Zero” si presentano le alternative all’inceneritore.

È incredibile come si possa stravolgere moratorie, piani, delibere di Giunta con emendamenti approvati alla vigilia delle festività natalizie, nella speranza che passino poi in Consiglio senza che nessuno se ne accorga.
 
Analizzando la modifica al Piano regionale dei rifiuti rileviamo che nella prima versione della stessa, proposta dalla Giunta, occorreva raggiungere la percentuale del 35% di raccolta differenziata per superare la moratoria agli inceneritori. Con l’emendamento Tontini, approvato in IV Commissione consiliare il 22 dicembre 2004, si permette di superare la moratoria anche nel caso si raggiunga il 35% di effettivo riciclo di tutti i rifiuti raccolti nell'ambito del servizio pubblico e dei rifiuti di imballaggi raccolti su superfici private. In questo modo sarà ancora più facile superare la moratoria e poter realizzare nuovi inceneritori, nonché aumentare la capacità di quello esistente in Provincia di Macerata.
 
I Gruppi Locali di Greenpeace di Ancona e Urbino-Fermignano auspicano che il Consiglio regionale non approvi tale emendamento.
 
In particolare sottolineano che il fatto di legare la possibilità di costruire un inceneritore al raggiungimento di percentuali di RD o di riciclaggio non ha nessun supporto tecnico-scientifico.
 
Da un punto di vista energetico le analisi condotte per l’elaborazione del PEAR (Piano energetico ambientale regionale) dimostrano che anche bruciando tutti i rifiuti attualmente prodotti da tutti noi marchigiani, il contributo alla produzione di elettricità sarebbe minimo. Da un punto di vista del bilancio energetico, in altre parole, l’incenerimento dei rifiuti è l’alternativa più sfavorevole rispetto ad altre.
 
Se il problema che si vuole affrontare invece è quello di ridurre il conferimento in discarica, allora occorre considerare anche altre modalità di trattamento dei rifiuti, come la bio-ossidazione, che avviene a temperature molto ridotte e non produce sostanze pericolose. L’incenerimento dei rifiuti è infatti la modalità di smaltimento che comporta i maggiori danni per la salute dell’uomo, in quanto produce, anche con i più moderni sistemi di abbattimento, diossine: composti chimici tossici che si accumulano nell’ambiente, risalgono la catena alimentare e comportano rischi di cancro, difetti congeniti e danni al sistema riproduttivo ed immunitario.
 
Inoltre non bisogna dimenticare che il 35% di raccolta differenziata rappresenta un obiettivo minimo che bisognava raggiungere entro il 2003, per cui non ha più nessun senso legarsi a questo obiettivo.
 
I Gruppi Locali di Greenpeace delle Marche ritengono doveroso indirizzare le attività e le risorse al fine di ridurre la produzione dei rifiuti, incentivare l’autocompostaggio, intercettare i rifiuti umidi, portare la raccolta differenziata ai livelli ben più elevati degli attuali, aumentare il riciclaggio. Altri meccanismi su cui occorre puntare sono inoltre la raccolta dei rifiuti porta a porta e il passaggio dalla tassa alla tariffa, in modo tale che i cittadini paghino in base a quanti rifiuti producono e gettano via in modo non differenziano.
 
Sul fronte nazionale, per iniziativa di Greenpeace Italia e della Rete Nazionale dei Comitati Popolari per Rifiuti Zero, si sottolinea che arriva in Italia il professor Paul Connett, che da oggi fino al 28 gennaio girerà il Paese per informare sui rischi degli inceneritori e promuovere le alternative. Il tour di Paul Connett è il frutto di una collaborazione con un gran numero di realtà locali, che da Nord a Sud si stanno opponendo alla realizzazione d'impianti nocivi e a favore della strategia "Rifiuti Zero", elaborata dallo studioso americano.
Per maggiori informazioni si rinvia al sito internet www.greenpeace.it

15/01/2005





        
  



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