Che fine hanno fatto i progetti e i finanziamenti per la realizzazione di due nuovi ponti sul Tronto, in sostituzione degli attuali per la circolazione automobilistica e ferroviaria? Se lo chiedono il consigliere regionale di Forza Italia Umberto Trenta e l’assessore alle attività produttive del Comune di San Benedetto Marco Lorenzetti, che riprendono una interrogazione presentata dal senatore Ciccanti nel dicembre 2003 al ministro delle infrastrutture Pietro Lunardi, per polemizzare contro la giunta regionale, in particolare contro l’assessore al bilancio Luciano Agostini che è anche presidente dell’Autorità di Bacino del fiume Tronto, ente preposto alla realizzazione dell’opera, in collaborazione con l’Anas e la “Rete Ferroviaria Italiana”.

“L’assessore Agostini – dice Trenta – ha diffuso più volte notizie circa l’“imminente” realizzazione dei due nuovi ponti. Tenta forse di emulare l’ex presidente della Provincia di Ascoli Colonnella, che è riuscito ad inaugurare 9 volte in 10 anni il traforo di Croce di Casale, peraltro non ancora funzionante?”

“Si tratta della sicurezza dei cittadini – dice Lorenzetti – e per questo non si dovrebbe più perdere tempo. Ad ogni rovescio di pioggia gli abitanti delle zone circostanti la foce del Tronto non dormono sonni tranquilli. O non dormono affatto. Comune Provincia e Regione si diano da fare! Quanto alla nostra opposizione in consiglio comunale, è vergognoso lo sciacallaggio compiuto nella seduta del 9 dicembre, quando su sua richiesta fu sospeso il consiglio e allarmata la popolazione, pu non essendovi alcun rischio reale di esondazione del Tronto!”

L’interrogazione di Ciccanti conteneva tre quesiti: come mai l’Anas avesse disatteso un precedente studio dell’Università Politecnica delle Marche, studiando un progetto alternativo e molto più costoso per un nuovo ponte; a chi competesse finanziare i lavori (anche per il rafforzamento degli argini della foce del Tronto, dopo l’alluvione del 1992), tra Regione Abruzzo, Regione Marche, Stato, Anas e Rfi; infine, quali interventi fossero “immaginabili” per la bonifica delle zone “in prossimità delle arcate del fiume”.