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Politica agricola comune, il reddito non diminuirà

| TOLENTINO - se ne è parlato in un convegno promosso da Legacoop Marche, per capire come dovranno cambiare le imprese nell’applicazione della riforma comunitaria del settore.

Nelle Marche non ci dovrebbero essere grosse diminuzioni nel reddito degli agricoltori, secondo le previsioni degli effetti della nuova Politica agricola comune nel primo periodo di applicazione, dal 2007 al 2013.

Potrebbero invece aumentare, pur leggermente, i redditi delle aziende agricole nelle province di Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro e Urbino, in applicazione del nuovo principio del disaccoppiamento, che non lega più il contributo comunitario al prodotto agricolo ma al reddito medio dell’impresa stessa nel periodo 2000-2002.

E’ quanto ha spiegato il professor Francesco Adornato dell’Università di Macerata intervenendo al convegno “Le Marche e la nuova Politica agricola comune: nuova agricoltura, nuovi agricoltori, nuove cooperative”, organizzato ieri sera da Legacoop Marche a Tolentino (Mc), nell’auditorium San Giacomo, nell’ambito del progetto Associ@zione, sostenuto dalla legge regionale 37 del 1999 per le attività di promozione e d’informazione nel settore agricolo, un incontro coordinato da Stefania Serafini, direttore di Legacoop.

Secondo Adornato, ci dovrebbe essere una trasformazione di superficie coltivata dai cereali alle foraggere, che aumenterebbero di 32.000 ettari nella regione, e una crescita della coltivazione della barbietola (+3%). Adornato ha anche sottolineato che “le imprese e le cooperative agricole possono trovare delle forme alternative di reddito nella creazione di servizi, specie nell’entroterra, che non sono direttamente collegati con le loro produzioni, ma che possono essere utili alla collettività e creare reddito”.

Un concetto di multifunzionalità, valido anche per la cooperativa agricola, condiviso da Teodoro Bolognini di Legacoop Marche, responsabile del progetto Associ@zione, che ha ricordato come l’azienda agricola possa essere, sul territorio, “la promotrice della nuova ‘filiera’, offrendo quel valore aggiunto delle proprie produzioni insieme ai beni culturali, ambientali, al turismo sostenibile”.

Mario Campli, direttore di Anca Legacoop, l’associazione nazionale delle cooperative agricole, ha invece spiegato come il prossimo anno sarà fondamentale per i futuri contributi economici comunitari al settore agricolo.

“Si deciderà – ha detto Campli – se la percentuale di Pil versata da ogni Stato membro dell’Unione europea rimarrà dell’1,24% o scenderà all’1%, come chiedono Francia e Germania, e questo significherebbe, ovviamente, centinaia di milioni di euro in meno per l’agricoltura e per lo sviluppo rurale”.

L’assessore regionale all’Agricoltura, Luciano Agostini, ha rimarcato come “nel Governo nazionale manchi una progettualità per l’agricoltura italiana, una responsabilità che va individuata” e come “la concertazione per la nuova Pac sia stata gestita a livello centralistico senza considerare il fattore della regionalizzazione, ossia di affidare alle Regioni il compito di decidere come gestire i contributi in base al tipo di coltivazione locale, o di accettare la nostra richiesta di un’applicazione graduale della riforma”.

Agostini ha confermato l’impegno della Giunta regionale per l’agricoltura e, in particolare, per le cooperative agricole, grazie ad una proposta di legge, che prevede un fondo di 850.000 euro per il 2004 e che sarà votata dal Consiglio regionale entro febbraio.    

Il presidente della Provincia di Macerata, Giulio Silenzi, ha spronato gli agricoltori e i cooperatori dicendo che “chi detiene la materia prima, deve stare sul mercato e condizionarlo” e in questo “può essere fondamentale il ruolo svolto dall’associazionismo”.

Secondo Giuseppe Biagetti, presidente della cooperativa Valle del Chienti di Tolentino, “la Pac rischia di vanificare quegli sforzi fatti dalle imprese agricole e zootecniche per ottenere la qualità del prodotto, per investire nel rispetto dell’ambiente”.

Gli aspetti tecnici della nuova Pac sono stati illustrati da Andrea Bordoni del Servizio agricoltura della Regione Marche mentre l’assessore comunale allo Sviluppo economico, Marco Romagnoli, ha sottolineato alcune difficoltà che il settore agricolo deve affrontare, al pari di quello pellettiero, tipico di Tolentino, come la necessità d’innovazione, di formazione e di un migliore accesso al credito.

18/12/2004





        
  



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