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Telefonia in UE: All’Italia il primato delle tasse più alte nella telefonia mobile

| ROMA - Cittadinazattiva:"Tra giungla tariffaria e tutele difformi, i rischi di un mercato unico solo per gli operatori".

Telefonia in UE: mercato unico? Sì, ma solo per gli operatori. Diritti, tariffe e contratti diversi per i consumatori, anche di fronte a servizi e gestori identici. Questa l’altra faccia della realtà sulle Tlc in Europa secondo i consumatori. Nello studio presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva, l’istantanea, dal punto di vista degli utenti, su telefonia fissa, mobile, strumenti di tutela e Autorità di regolamentazione in Italia, Germania, Gran Bretagna e Spagna.

All’Italia il triste primato delle tasse più alte nella telefonia mobile: con tassa di concessione governativa mensile e l’Iva al 20%, precede sia Gran Bretagna (Iva al 17,6%), che Spagna e Germania (Iva al 16%). Per la telefonia fissa, invece, il costo del canone mensile per una linea base è più alto in Spagna (16,69 €) rispetto a Germania (15,66 €), Italia (14,27 €) e Gran Bretagna (12,49 €).

“Quanto emerge dall’indagine” commenta il vice segretario generale di Cittadinanzattiva Giustino Trincia “dimostra che servono ormai standard europei di tutela dei diritti dei consumatori e più adeguati strumenti di vigilanza e d’intervento nel campo della telefonia, per prevenire o eliminare differenze eccessive di condizioni e di trattamento tra i cittadini europei”.

Nei dati conformi ai quattro Paesi coinvolti nell’indagine, i limiti di una concorrenza solo sulla carta: non meno dell’80% del mercato della telefonia fissa è ancora saldamente in mano ad un unico gestore in ciascuno dei 4 Paesi, mentre non più del 4% dei clienti ha scelto, o potuto scegliere, un operatore alternativo.

Nel corso del convegno Trincia ha anche lanciato un allarme sul prossimo rinnovo dell’Autorità garante per le comunicazioni e sul futuro della stessa “A meno di tre mesi dal rinnovo dell’Agcom, è necessario sollecitare un profilo alto e indipendente da partiti e aziende da parte dei nuovi commissari, nonché un profondo ripensamento del rapporto tra l’Autorità e le stesse Associazioni dei consumatori, tropo spesso lasciate alla finestra negli anni precedenti”.

Tariffe e costi: un sistema di prezzi di complessità senza precedenti nè uguali

Una decina di variabili, dal costo dello scatto alla risposta ai canoni bimestrali, in cui solo in una – la durata della conversazione – può influire il consumatore. Questa la premessa quando si vuol parlare di tariffe e costi dei servizi di telefonia.

Sms: in Spagna si risparmia. Il messaggio più economico? In Spagna, dove può costare solo 0,069 €, mentre il più caro lo si paga in Gran Bretagna, dove può costare anche 0,451 €. L’Italia si posiziona in fascia intermedia, sia per sms che per i costi di 60 secondi di conversazione, dove massimi e minimi si riscontrano entrambi in Spagna (1,067 € e 0,017 € rispettivamente).


Nel grafico1 in allegato, la situazione nei quattro Paesi presi in esame.


Un caso italiano: “prendi due paghi tre”, ovvero i costi di ricarica. E l’Istat ringrazia.

Con l’introduzione di tagli di ricarica sempre più svantaggiosi per i clienti, le compagnie occultano ingenti aumenti tariffari, tra l’altro non monitorati dall’Istat. Se prima pagando 40 euro si compravano 40 euro di traffico, ora bisogna spenderne 45 con un aggravio di spese del 12,5% anche se le tariffe sono formalmente invariate. (vedi grafico 2 in allegato)

Rovinose le ricariche dai tagli più piccoli, come quelle da 3 euro, che nascondono un aggravio di costo del 50% e fanno vittime soprattutto tra i più giovani. In Italia, inoltre, introducendo un nuovo taglio di ricariche senza cambiare la tariffa, le compagnie non sono obbligate a comunicare la variazione all’Autorità.

Prepagati, ovvero chi paga per primo paga due volte: a fronte del vantaggio costituito dal non pensare ad eventuali bollette da pagare e dall’avere un maggior controllo sui consumi, le schede prepagate comportano una serie di svantaggi: prezzi più alti, impossibilità di utilizzo del credito residuo in caso di mobile number portability, difficoltà nel monitorare i consumi, poca chiarezza nei contratti “per adesione” e variazioni di prezzo tramite operazioni poco trasparenti.

Telefonia mobile: dalla giungla tariffaria, gli eccessi di una liberalizzazione con poche regole.

In Italia sono presenti 4 compagnie e più di 40 piani tariffaria a disposizione dei 50 milioni e più di clienti che, all’anno, generano oltre 53 miliardi di minuti di traffico. Un traffico di poco maggiore (54 miliardi di minuti) si registra in Gran Bretagna dove a fronte della presenza di 5 compagnie e un numero di clienti simile all’Italia, ci sono ben 70 piani tariffari. Niente a che vedere con gli oltre 600 piani tariffari presenti in Germania dove, però, a fronte della presenza di ben 9 compagnie e gli oltre 60 milioni di clienti, il traffico annuo non supera i 35 miliardi di minuti di traffico.

In Spagna, infine, si registra la presenza di tre compagnie e 35 piani tariffari a disposizione degli oltre 33 milioni di clienti che, all’anno, generano poco meno di 30 miliardi di minuti di traffico.

 Strumenti di tutela e Autorità di regolamentazione

Cosa va

Esistono le Carte dei Servizi e non ci sono spese per inoltrare un reclamo;
Le procedure per inoltrare un reclamo sono molteplici;
Le Autorità hanno fissato i tempi massimi per avere una risposta (Italia 45 gg; Spagna 60gg.; Gran Bretagna 90gg.);
In ciascuno dei 4 Paesi, se il reclamo non va buon fine, ci sono strumenti di risoluzione stragiudiziale delle controversie;
Sono generalmente previsti indennizzi (non sempre) automatici in caso di interruzioni del servizio troppo lunghe;
Le Autorità nazionali di regolazione si consultano con le associazioni dei consumatori;

Cosa non va

Spesso le carte dei servizi prevedono indennizzi minimi e assolutamente insufficienti, soprattutto se rapportati a quanto è possibile ottenere in sede di conciliazione. Inoltre un operatore, in Italia, esplicita nella propria carta dei servizi, che l’indennizzo esclude la risarcibilità del maggior danno;
La tracciabilità di un reclamo, per quanto possibile teoricamente, è difficile da ottenere;
Gli strumenti di risoluzione stragiudiziale delle controversie, pur previsti, nono sono sempre di facile accesso;
Le aziende del settore dialogano (da) poco con le associazioni dei consumatori.
Cosa servirebbe: le proposte avanzate da Cittadinanzattiva

Elaborare criteri per la rilevazione dei prezzi dei servizi telefonici in UE per il calcolo dell’inflazione con la collaborazione di tutti gli istituti di statistica e di Eurostat
Migliorare l’armonizzazione a livello comunitario in merito a:
metodi di tariffazione;
informazioni sulle tariffe e loro composizione;
caratteristiche qualitative minime del servizio da erogare e relative informazioni pubblicitarie e contrattuali;
campagne di informazione su terminologie, opzioni e nuovi servizi;
regole sull’evidenza grafica di tariffe e clausole in pubblicità;
assistenza alla clientela tramite operatori;
uniformità nelle espressioni del prezzo nelle pubblicità e nei contratti (cent o euro);
criteri di ingannevolezza delle informazioni pubblicitarie più restrittivi;
eliminazione degli scatti alla risposta;
omogeneità degli intervalli di tariffazione.

11/12/2004





        
  



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