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Al Bizzarri le memorie argentine di Solanas

San Benedetto del Tronto | In programma anche un Viaggio in Italia nel segno di Federico Fellini e il “Riccardo III” di Shakespeare messo in scena da attori-detenuti

"MEMORIA DEL SACCHEGGIO" di Fernando Solanas

Fernando Solanas, celeberrimo regista argentino, è il protagonista della terza giornata del Premio Bizzarri, giovedì 11 novembre, ore 21.30, Auditorium di San Benedetto, con la proiezione del suo ultimo controverso documentario “Memoria del saccheggio”.

“Come è possibile che nel ‘granaio del mondo’ ”, denuncia
Solanas, “si soffra la fame? L’Argentina è stata devastata da una nuova forma di aggressione, silenziosa e sistematica, che ha lasciato sul campo più vittime di quelle provocate dalla dittatura militare e dalla guerra delle Malvine. Nel nome della globalizzazione e del più selvaggio liberismo, le ricette economiche degli organismi finanziari internazionali hanno portato al genocidio sociale e al depauperamento della nazione. Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, assieme ai loro mandanti, sono stati i principali complici dei governi di Carlos Menem e di De La Rua. Nel tentativo di accaparrarsi le straordinarie ricchezze dell’Argentina, hanno imposto piani neorazzisti che sopprimevano i più elementari diritti sociali, condannando milioni di persone alla denutrizione, ad una vecchiaia prematura, a infermità incurabili. Si è trattato di un crimine contro l’umanità in tempo di pace

“Memoria del saccheggio” compone un affresco vivo su ciò che il popolo argentino ha subito negli ultimi trent’anni: dalla dittatura del generale Videla alla rivolta popolare del dicembre 2001. Le vittime di questa devastazione sono i milioni di poveri e di disoccupati, che da questa crisi non riescono a venir fuori in alcun modo. Il film rivela le trame segrete della mafiocrazia argentina, l’alleanza tra le corporazioni politico-sindacali, il potere giudiziario, le banche, le multinazionali e gli istituti finanziari internazionali. Una vicenda universale che non tocca solo l’Argentina: è una sorta di lotta della memoria contro l’oblio.
Nato a Buenos Aires nel 1936, Fernando Solanas diventa famoso in tutto il mondo con “L’ora dei forni” (1968), dedicato all’onda rivoluzionaria che scuote il Sudamerica negli anni ’60. Costretto a lasciare l’Argentina dopo il colpo di stato militare del ‘76, vive in esilio in Francia fino al 1984. Di ritorno in patria, si consacra tra i più grandi autori internazionali con “Tangos” (1985, Premio speciale della Giuria a Venezia), “Sur” (1988, Palma per la miglior regia a Cannes), “Il viaggio” (1992), “La nube” (1998).
 
Questo il programma completo della giornata. Le proiezioni inizieranno alle ore 9.30, sempre all’Auditorium, con i seguenti documentari: “Italian Sud-est” di Fluid Video Crew, “I malestanti” di Claudio Di Mambro, “Muio fata suio” di Guido Vecchione.
Alle ore 15.00, per la sezione internazionale, sarà proiettato un bellissimo documentario dedicato a Federico Fellini: “Nulla si sa, tutto s’immagina” della regista tedesca Susan Gluth.
Si tratta di un lirico e straniante omaggio a Fellini, dove però il regista e i suoi film non appaiono mai. Un viaggio in Italia alla ricerca di umori e suggestioni, di personaggi che non sono mai stati ospitati nell’opera del Maestro, ma che da essa sembrano scaturire. Un inno ad un passato che sembra oramai perduto. La nostalgia per un paese e per gente che conosciamo attraverso i nostri ricordi e le nostre fantasie.Un documentario che sfugge ad ogni definizione, ispirandosi ad una frase di Fellini: “Tieni aperte le orecchie e il tuo cuore per qualcosa che è stato quasi dimenticato.”

Alle ore 18.15, sarà la volta di “Riccardo” di Bruno Bigoni, interessantissima operazione di documentario di recupero sociale. Nell’aprile 2003, un gruppo di 22 studenti dell’università IULM di Milano entra nel carcere di Bollate per scrivere un adattamento del “Riccardo III” di Shakespeare insieme a un gruppo di detenuti. Ci si insinua nelle celle, nei corridoi, in tutti gli spazi del carcere. Si catturano sguardi, opinioni, desideri. Si indagano gli stati d’animo reciproci. I detenuti accolgono con disponibilità l’invasione dei loro spazi e immediatamente comprendono e fanno loro il progetto di scrittura. Nel novembre 2003 si gira per quattro settimane all’interno della II Casa Circondariale di Bollate. Tutti gli attori del film (escluso Bebo Storti, unico professionista) sono detenuti nonché autori della sceneggiatura. I detenuti che si sono messi in gioco in questo progetto hanno seguito il metodo dell’interpretazione creativa, che tende, senza preoccupazioni di carriera o di profitto, a rendere la propria vita più chiara attraverso l’espressione dei sentimenti e l'esercizio dell’intelligenza. Forse questo non ha più rapporto con il cinema tradizionale, ma è servito loro per ritrovare se stessi nel personaggio, ad “evadere” dal luogo più vuoto e insensato che esista. Un’esperienza professionale e umana unica nel suo genere.
 
In serata, di fronte ad una Sala Azzurra del Calabresi gremita, il consulente scientifico del Premio Gualtiero de Santi, il Presidente del Cineforum Giampiero Paoletti, la Presidente della Mediateca Picena Maria Pia Silla, hanno introdotto le proiezioni di “Lo sguardo di Michelangelo” di Antonioni e “Terra dell’abbondanza” di Wim Wenders. “Il Bizzarri” hanno dichiarato “entra nel secondo decennale con significative novità: le coorganizzazioni con l’Università di Urbino e l’Università Politecnica delle Marche, l’adozione di nuovi modi di comunicazione e di ricerca nel campo delle arti visive. È inoltre alla presentazione il progetto Internet TV che consentirà la fruizione dei documentari e di azioni di didattica.”

10/11/2004





        
  



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"RICCARDO" di Bruno Bigoni

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