Si riconferma la qualità come fattore strategico della vetrina moscovita. Una vetrina espositiva importante per le calzature della nostra regione quella dell’Obuv Mir Zohki, la rassegna fieristica di Mosca che ha inaugurato la stagione di moda i cui stili e temi sono il risultato di forza creativa, qualità dei materiali e ricerca dei particolari che rendono unico il prodotto marchigiano. I dati sulle esportazioni diffusi di recente dall’Istituto per il Commercio con l’estero mettono in evidenza, infatti, che i maggiori tassi tendenziali di crescita si sono registrati proprio nei confronti della Russia con un’incidenza del 56,4%.

L’impegno da parte della Cna per incentivare le piccole e medie imprese a questo genere di iniziative è costante: “Da una recente inchiesta diffusa dalla Cna – spiega Maria Désirée Basili, direttrice provinciale - era emerso come una delle maggiori difficoltà incontrate dalle aziende, circa il 20%,  fossero gli ostacoli  per la commercializzazione nei mercati esteri. È per tale ragione che stiamo attivando una serie di iniziative a supporto di aziende che vogliono attuare progetti di internazionalizzazione del proprio prodotto, un’esigenza particolarmente sentita, come è stato dimostrato dalle numerose  adesioni delle nostre aziende all’Obuv”.

Oltre 50 sono state infatti le aziende artigiane delle 150 regionali che hanno partecipato alla rassegna moscovita, che si è rivelata un vero successo: “la manifestazione ha avuto dei risvolti decisamente positivi e gli imprenditori sono molto soddisfatti”, spiega il presidente della Cna Algeo Marcozzi, nonché presidente di Piceno Promozione, l’azienda speciale della Camera di Commercio che ha agevolato la partecipazione delle aziende.

L’opinione è condivisa anche da Massimiliano Lucani, manager dell’azienda proprietaria del brand Loretta Pettinari: “Le prospettive per il mercato russo sono molto positive, in questi giorni abbiamo avuto una buona affluenza ed abbiamo avuto modo di notare come i gusti locali si stiano avvicinando sempre più a quelli italiani”.

Non è un caso infatti che l’80% delle calzature di fascia medio-alta che la città russa importa sia di provenienza marchigiana.