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L’“assalto alla stampa” e il governo dell’opinione pubblica

San Benedetto del Tronto | Presentato il libro di Gabriele Mastellarini sui rapporti tra Berlusconi e i mezzi di informazione

di Giovanni Desideri

Un momento della presentazione

Controllare i mezzi di comunicazione di massa permette di governare l’opinione pubblica? La risposta affermativa rappresenta una tesi non nuova, la fenomenologia dei pro e contro è collaudata, ma l’argomento ha il pregio di generare discussioni appassionate, alimentate dai fatti più che dalle interpretazioni (se questo non è un eccesso di fiducia nelle virtù del dialogo).

Se non è nuova la tesi, può esserlo l’assemblaggio di fatti e circostanze. Gabriele Mastellarini (figlio di Umberto, nuovo presidente della Sambenedettese Calcio) ha presentato oggi pomeriggio presso l’auditorium del Comune di San Benedetto il suo libro “Assalto alla stampa. Controllare i media per governare l’opinione pubblica” (Dedalo, 2004, con una prefazione di Nicola Tranfaglia). Un libro certamente ben assemblato e molto aggiornato, già recensito dai principali quotidiani nazionali, oltre che dall’ordine dei giornalisti della Lombardia.

L’incontro odierno era organizzato dalla libreria “la Bibliofila”, il cui titolare Mimmo Minuto ha condotto insieme ad Antonella Roncarolo il confronto tra l’autore e il pubblico. “Quarto uomo” l’assessore alla cultura Bruno Gabrielli, di Forza Italia: presenza significativa se si considera che il libro è di fatto un attacco al “titolare” del partito (e presidente del consiglio) Silvio Berlusconi.

Nel suo libro Mastellarini prende spunto dall’assenza in Italia di editori “puri”, che si occupino cioè soltanto di libri o di giornali (“almeno dai tempi di Angelo Rizzoli”, ha poi detto, mentre Minuto ha citato “editori puri” del passato, nel campo librario: “da Bompiani al primo Einaudi, a Giorgio Mondadori”). Un difetto dell’editoria italiana, secondo l’autore, che aprirebbe la strada ad una editoria come strumento per ottenere quote di potere.

Secondo Mastellarini il punto di svolta nella storia dell’editoria italiana fu però l’infiltrazione della P2 nel principale quotidiano italiano, il Corriere della Sera, all’inizio degli anni ’80. E il possesso di buona parte dei mezzi di comunicazione italiani da parte di Berlusconi, oggi, ricalcherebbe secondo Mastellarini la stessa strategia per il controllo dell’opinione pubblica. L’autore vede in quest’ottica anche l’allontanamento dai rispettivi incarichi di giornalisti come Enzo Biagi, Ferruccio De Bortoli, Michele Santoro o del comico Emanuele Luttazzi.

Tesi respinta dall’assessore alla pubblica istruzione Antonio Felicetti, intervenuto per sostenere che “il lettore e l’elettore italiano è più maturo di quanto non si creda e capisce cosa c’è dietro ciò che legge o vede in televisione”. Meno conciliante il giornalista di Rai3 Marche Maurizio Blasi, che anzi ha rincarato la dose, citando anche la recente legge Gasparri di riordino del sistema radiotelevisivo: “siamo sull’orlo di un regime. In Rai ho assistito non alla vendetta della destra sulla sinistra, ma al massacro delle coscienze: di chi pensava con la sua testa. La Rai va sottratta al potere dei governi. Per il momento la legge Gasparri incrementerà soltanto le quote di pubblicità di Mediaset, a discapito dei giornali e in particolare di quelli piccoli”.

Assessore Gabrielli nelle vesti di avvocato difensore (“di grande classe e intelligenza”, secondo Blasi, il fatto che abbia accettato di confrontarsi su questi argomenti): “il libro stimola una riflessione critica più che fornire verità assolute. Ma toccando argomenti come il delitto Moro mi sembra omettere il ruolo dei servizi segreti dell’est. Inoltre vorrei ricordare che nel 2001 Berlusconi è andato al governo quando le televisioni non parlavano bene di lui” (“fino al 2001 la Rai era equilibrata”, la risposta di Blasi).

Il giudice Aldo Manfredi (pretore di Giulianova, dove Mastellarini risiede) ha quindi portato il discorso su principi più generali: sul “difetto di sensibilità democratica che vige in Italia rispetto agli altri paesi. Altrove non sarebbe venuto neppure in mente a qualcuno di cacciare Biagi dalla Tv. In Italia mancano principi etici basilari condivisi da tutti”.

21/10/2004





        
  



1+5=
Mastellarini e Gabrielli
Blasi e Mastellarini
Blasi e Mastellarini
Mastellarini firma una copia del suo libro
Roncarolo, Mastellarini, Manfredi

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