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Premio Bizzarri: in attesa di ottobre

San Benedetto del Tronto | Venerdì 6 agosto, ore 21.30, nella Multisala Calabresi, una serata con Michael Moore e Lars Von Trier.

aspettando il bizzarro

Venerdì 6 agosto, ore 21.30, Multisala Calabresi, si potrà assistere ad “Aspettando il Bizzarri”, un appuntamento con il grande cinema in attesa dell’undicesima edizione della Rassegna del Documentario, che quest’anno si svolgerà dal 18 al 24 ottobre.
 
La serata, organizzata dalla Fondazione Bizzarri e dal Cineforum “Buster Keaton”, proporrà un doppio spettacolo con due tra i più interessanti documentari delle ultime stagioni: “Le cinque variazioni” di Lars Von Trier e Jorgen Leth e “Bowling a Columbine” di Michael Moore.
 
“Le cinque variazioni” è un’opera bizzarra e divertita, nella quale Trier sfida il suo collega Jorgen Leth a girare cinque nuove versioni de “L’uomo perfetto”, il documentario che Leth realizzò nel 1967. Ogni nuova versione dovrà assoggettarsi a regole precise e alle limitazioni più ironiche e astruse. Sono note a tutti le regole restrittive e spesso limitanti che Lars Von Trier è abituato a porre agli attori durante la lavorazione di un film, così come sono noti i codici del Dogma che per anni hanno affollato il suo cinema e quello dei suoi adepti.
 
Alle prese con le sue “cinque variazioni”, Jorgen Leth si vede costretto a rielaborare temi e personaggi già archiviati dal lontano ’67, per immergerli in situazioni al limite dell’assurdo: come quelle di girare un versione per cartoni animati, ambientare il documentario a Cuba o a Calcutta, cambiare il numero dei fotogrammi, eccetera. Lo scambio di informazioni tra i due registi avviene in un clima rilassato e divertito che mostra la grande passione di entrambi per l’analisi approfondita della regia. Un esercizio che li conduce agli elementi base della cinematografia moderna: l’immagine e il suono nella loro semplicità ed essenzialità.
 
Il sadismo compiaciuto di Lars Von Trier nel cercare trabocchetti e proibizioni e l’obbedienza rassegnata di Jorgen Leth nel soddisfare ogni comandamento danno all’arte del Cinema l’aspetto di un Rito: qualcosa di sacro che deve essere nutrito attraverso il sacrificio di chi lo fa. “Le cinque variazioni” è un saggio sulla regia, sui suoi limiti, sulle sue infinite interpretazioni e nello stesso tempo sulla sua apertura al mondo, ai mondi.
 
Premiato a Cannes, “Bowling a Columbine” di Michael Moore è un saggio sull’utilizzo sfrenato e ossessivo delle armi negli Stati Uniti e sul clima di terrore che governo e media instaurano ogni giorno sulla gente che si sente autorizzata, anzi costretta, a difendersi. Il regista utilizza la formula del documentario-inchiesta facendo uso di un’ironia pungente, forte e più potente di qualsiasi arma da fuoco. Lo spunto di partenza è la strage nel liceo di Colombine, dove 12 studenti e un insegnante morirono per i proiettili impazziti sparati da due studenti della scuola. Il titolo si riferisce al fatto che i due ragazzi, prima di imbracciare fucili e pistole, erano andati a giocare a bowling; e in un momento del film due ragazzine spiegano che il bowling è quasi diventato una materia scolastica.
 
Una parte di “Bowling for Columbine” è dedicata alle interviste su questa tragedia, ricostruendone la dinamica attraverso alcune immagini girate dalle telecamere a circuito chiuso e attraverso le testimonianze di due ragazzi sopravvissuti con gravi handicap. Oltre a queste descrizioni ci sono le interviste a gente di altre zone e contee, che dormono davvero con la pistola sotto il cuscino e che fanno ricorso al 2° Emendamento della Costituzione Americana, quello che dice che ogni bianco deve possedere un’arma da fuoco.
 
E poi ci sono le accuse alla National Rifle Association, presieduta da Charlton Heston, che va nelle cittadine (anche a Columbine e ad Oklahoma City dopo i massacri) a promuovere l’utilizzo del fucile, appoggiato dalla lobby delle armi. E ci sono anche le cifre: 11.125 morti all’anno per arma da fuoco e 250 milioni di armi vendute.
 
Il ritratto che ne esce è agghiacciante, anche se molte accuse non sono nuove, come la responsabilità degli USA sulla politica guerrafondaia internazionale in Vietnam, Panama, Cina, Iraq, Cile... Le storie che Moore raccoglie sono tante, e tanti sono i suoi capitoli, apparentemente lontani e differenti uno dall’altro, ma tenuti insieme dalla volontà di capire cosa c’è nel cervello di un paese che non è poi così lontano dal nostro.
 
L’ingresso di € 3,00 per ognuna delle due proiezioni. Per informazioni, contattare il Palaidea al telefono 0735 75.33.34 o all’e-mail bizzarridoc@libero.it

05/08/2004





        
  



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