E' un amico specialissimo quello che protegge San Benedetto del Tronto. E   Papa Giovanni Paolo II ha voluto far sentire la sua vicinanza proprio nei giorni scorsi quando ha fatto recapitare al vescovo Monsignor Gervasio Gestori una lettera nella quale invia la sua benedizione alle famiglie e, soprattutto, ai pescatori.

 Il tutto, bene inteso, è da attribuire all'anno di grazia che sta vivendo la città delle Palme per i 700 anni dalla nascita del suo Santo patrono, Benedetto martire. Il giovane che, decapitato sulle rive del torrente Menocchia per aver professato la sua fede in Cristo, fu ucciso nel corso della persecuzione dell'ultimo imperatore anticattolico, Diocleziano.
 Così, invece, anche per questo autorevole interessamento, oggi la sua figura diventa motivo di fierezza per tutta la collettività.

 Ma c'è di più. Perché la vicenda del militare è ormai uscita dal purgatorio della leggenda popolare per via delle recenti indagini scientifiche che hanno posto un punto fermo. Una equipe dell'università di Bari, infatti, su sollecitazione del dottor Romani, ha effettuato complesse analisi al radiocarbonio sui resti conservati nell'Abazia del Paese alto ed attribuiti, secondo la tradizione, al patrono. E gli esiti hanno effettivamente confermato che essi appartengono ad un uomo giovane, morto per decapitazione, tra il IV e V secolo d.c..

Insomma, così come si narra.
 Questo risultato, frutto di indagini addirittura più innovative di quelle effettuate sulla Sindone conservata nel Duomo di Torino, verifica totalmente quanto asserito dalla tradizione. Che, insomma, costui sia un Santo, è un atto di fede che alcuna prova umana potrà mai attestare. Le nuove scoperte, invece, danno credibilità al racconto così come ci è stato tramandato. E, soprattutto, avallano quanto spiega tra gli altri documenti, anche l'encliclica Fides et Ratio. Vale a dire che la scienza e la fede non sono in contrapposizione ma  entrambe, invece, concorrono al bene dell'uomo.

 Tornando alla lettera del Papa, la notizia è stata data dallo stesso vescovo Gestori durante la celebrazione finale del triduo per il transito di Santa Chiara che si è svolta di fronte al monastero delle suore Clarisse di zona Valle del Forno. Di fronte a due mila persone raccolte in preghiera, c'era anche il sindaco Domenico Martinelli, devoto anch'egli della sorella di Francesco D'Assisi. Una cerimonia sentitissima in un ambiente che concilia l'interiorità, al termine della quale il vescovo Gestori ha preso la parola ed ha annunciato, commosso, l'atto di attenzione del Santo Padre, indirizzato ad egli personalmente. E ha anticipato anche come nel mese di ottobre un inviato del Vaticano sarà presente alle celebrazioni conclusive dell'anno dedicato al protettore, durante il quale è stato organizzato anche un convegno che approfondirà gli studi effettuati sui resti.

 Vi parteciperanno scienziati di fama nazionale ed internazionale. Inoltre, al termine della celebrazione, il vescovo si è intrattenuto con il sindaco, favorevolmente sorpreso dalla novità, che gli ha manifestato anche alcune necessità della città perché siano poste sotto la protezione della Madonna.