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"Il cappello di paglia" a Montappone

Montappone | Inoltrata la manifestazione che si concluderà con spettacolari fuochi d'artificio sulle note di "Amarcord".

A Montappone è di scena la poesia delle piccole cose. Dopo il primo “Forum Internazionale delle città del Cappello di Paglia” di sabato 24 la manifestazione “Il Cappello di Paglia” dal covone al cappello rammagliato entra nel vivo. Domenica 25 a partire dalle 18,00 fino a notte inoltrata l’antica tradizione della lavorazione della paglia di grano rivivrà per le vie del paese vecchio fra mestieri e giochi di campagna, musiche, balli, stornelli ad impronta, vino cotto e cucina di un tempo, in una fedele ricostruzione storica della quotidianità di una volta.
La manifestazione è promossa dal Comune di Montappone, Pro Loco Montappone e numerose aziende del distretto.
 
Si arriva al paese, si posa la macchina e si percorre uno stupendo viale alberato che porta al borgo antico. Per i più piccini c’è un “bus navetta” fatto con un carro trainato da buoi. Per i più grandi un bus navetta che percorrerà il tragitto dalle aree di parcheggio alla festa.
Giunti nel paese vecchio ci si potrà immergere in un atmosfera d’altri tempi dove ogni cosa è curata nei minimi dettagli. I visitatori oltre a poter guardare saranno invitati a partecipare alle attività che si svolgono durante la festa dove si potranno rivivere lavori che oggi non fa più nessuno. Chi vorrà potrà infatti provare a “capare” la paglia, intrecciarla, stirare il cappello, ma anche fare il sapone come si faceva una tempo, costruire spaventapasseri, osservare come si facevano i materassi, farsi fare un cappello dalle sapienti mani di antichi artigiani, apprezzare il lavoro delle ricamatrici, farsi tagliare i capelli dal barbiere di campagna all’aperto proprio come una volta. Intanto gli stornellatori ad impronta girano per il paese vecchio, le cui vie sono state tutte rinominate in dialetto, cantando stornelli in rima baciata ad impronta.
 I bambini inviteranno invece i loro coetanei a partecipare ai “Jochi de ‘naota” nella “piazzetta de lo rammaglià” e nella “camminata dò cala lu sole”.
Sempre per i più piccoli ci saranno dei laboratori guidati di decorazione pittorica del cappello e creatività con la paglia.
All’interno della festa due mostre curiose: La mostra intitolata “Il Cappellaio Pazzo” in cui saranno esposti pezzi unici contemporanei realizzati appositamente dai maestri cappellai di Montappone, e “Saluti da Montappone” la mostra di fotografie, cappelli ed attrezzi d’epoca. Alcuni dei pezzi presenti alla mostra provengono dal Museo del Cappello di Montappone, dove è custodito l’ultimo cappello di Federico Fellini, donato al Museo dalla sorella del regista.
Dopo essersi lasciati cullare da immagini insolite ed aver girovagato per il paese vecchio è il momento di concedersi una pausa culinaria.
Non si potrà resistere allora al profumo del vino cotto ed a quello de “li caciù co’ la fava”, una sorta di frappa piegata in due con dentro una pasta di fava e ad altre prelibatezze preparate per l’occasione spolverando la cucina di una volta come “lò pà pé na settimana”, pane cotto nel forno a legna che una volta fatto doveva durare una settimana. C’è la “fila tonna” (tonda), “sbilonga” (grande), “ciuca” (piccola). Oltre alla “pizza de’ nonna roscia e bianca a pézzi”.
Per cenare si potrà scegliere tra: “Lo magnà dé ‘naota” servito sulla “caminata della vella vista” dove si potrà assaggiare la “coratella d’agnéllu co’ l’oe”, i “vincisgrassi dé ‘naota”, i “tagliulì co’ la papera”, il “frecandò” di verdure, le prelibate “patate tonne (tonde) fritte”, i “pummidoro”.
“Lu voccò” al “campu de la merennetta”. Questo è un pasto più frugale e la particolarità è che si mangia per terra sulle tovaglie, dove la vergara porterà il cesto con le vivande: “’do fette de pà co lo salato”: “co le saccicce sotto strutto”, quelle come si facevano in quegli anni. Lo strutto era il frigorifero di una volta e le salsicce sotto strutto sono state riscoperte per l’occasione. Imperdibili. Ma il pane si potrà accompagnare anche “co lu ciausculu”, “co la lonza”, “co lu prisuttu”, l’insalata di campo, e poi certo il “vì cotto” e il “ciambellottu”.
 

La vita di un tempo

Ricostruire la vita contadina di una volta per Montappone non è solo un momento di festa ma un modo per riappropriarsi del suo passato, recuperando “una parte di noi che credevamo persa nei meandri della frenetica industrializzazione”, recuperando una tradizione che si sta ovviamente e naturalmente spegnendo, la tradizione del tempo in cui, nelle sere d’inverno, uomini, donne e bambini stavano nel caldo delle stalle a capare ed intrecciare la paglia che poi veniva cucita e messa nella forma.
Si tratta di un’atmosfera che si è vissuta fino a tutti gli anni sessanta, quando ancora le cannucce da bar erano fatte con la parte più grossa della spiga del grano. E siccome in campagna non si butta niente con un’altra parte dello scarto ci si facevano le ventole per i camini. Tutte cose che si potranno rivivere alla festa, testimonianza dell’attaccamento dei “cappellai di Montappone” alle loro colline gialle di grano che riecheggiano ancora della vita contadina e felice di una volta.
Il tipo di cappello dipende dal tipo di paglia da treccia che si può coltivare. Nelle terre di Montappone si poteva fare un tipo di paglia più grossa, la “Iervecella”.
Oggi a Montappone c’è ancora chi coltiva quel tipo di paglia appositamente per la manifestazione e per alcune piccole produzioni artigianali.
“Il Cappello di Paglia” è una festa delle piccole cose dove si possono rivivere lavori ed attività che oggi non fa più nessuno, sentire antichi profumi, trovando magari la propria “madeleine proustiana” per ripercorre un tempo ormai lontano.
 
L’ideazione e la regia di questa suggestiva ricostruzione storica sono di Giuliano De Minicis, creativo di professione che qui ha vissuto periodi importanti della sua giovinezza nella casa dei nonni materni, contadini molto legati alla tradizione del cappello, ha immaginato tale evento per il grande affetto che lo lega a questa terra e alle sua gente così accogliente ed affabile.

24/07/2004





        
  



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