Zap Mangusta cita un rapporto Eurispes: “nell’Italia del 2003 l’anima si è rifugiata meno nelle chiese e sempre più nelle palestre, negli stadi, nelle discoteche, nei nuovi luoghi di culto, come gli studi di parrucchieri, massaggiatori, tatuatori, astrologhi, presso dj e psicoterapeuti, chirurghi plastici, farmacisti. Ai filosofi, invece, non si chiede nulla per vivere meglio”.

 

Così, senza perdere di vista dati reali (“come il mutuo da pagare”), Zap Mangusta ha presentato ieri sera (venerdì), presso la Palazzina Azzurra di San Benedetto, i suoi due libri di “irriverente” divulgazione filosofica, corredati di nomignoli ed epiteti per ciascun filosofo, di aforismi sotto la rubrica “pensieri stupendi” e persino di colonne sonore associate ad ognuno. Entrambi i libri sono pubblicati dall’editore Piemme: Le mutande di Kant. Filosofia liofilizzata per uso personale (2003) e il recente I calzini di Hegel. La filosofia e quello che c'è sotto (2004).

 

Scopriamo che “Celeste nostalgia” di Cocciante va bene come esegesi delle opere di Platone, “La vita è adesso” di Baglioni per quelle di Aristotele. E nonostante l’elenco di professioni di cui sopra, molte persone erano lì ad ascoltarlo, dall’inizio alla fine, interessate dal serio e divertite dal faceto di questo personaggio dai mille mestieri. Si trattava del secondo appuntamento della serie “Incontri con l’autore”, organizzato dalla libreria “La Bibliofila” in collaborazione con l’amministrazione comunale. La serata è stata condotta da Antonella Roncarolo e Mimmo Minuto.

 

Zap Mangusta, pseudonimo di Diego Pesaola (Zap, come spiega, starebbe per Zona Autonoma di Pensiero), è stato calciatore esordendo in serie A (“ma già a 19 anni ho smesso”), si è laureato in filosofia a Bologna sostenendo una tesi su Wittgenstein. Ha poi seguito i corsi dell’Actor’s Studio di New York, è diventato attore e autore teatrale, dj radiofonico, giornalista, conduttore ed autore radiotelevisivo: tra gli altri per Daniele Luttazzi e Paolo Rossi e per programmi come “Scherzi a parte”, “Barracuda”, "Le jene". Attualmente conduce su RadioDue, il sabato dalle 15 alle 16, la trasmissione "Nietzsche che dice", curato dalla "gloria locale" Laura Fortini. È stato anche doppiatore di Paperino. Chi più di lui poteva affermare, come appunto ieri sera, di non amare le barriere tra i generi e in particolare tra l’ironia e la filosofia (senza bisogno di citare il solito Socrate).

 

“Degli aerei che cadono si salva soltanto la scatola nera. Perché allora non costruiscono l’intero aereo con lo stesso materiale?” Esempio dei “perché che diamo per scontati, della nostra mancanza di stupore di fronte alle cose”. Non possono mancare approdi quasi heideggeriani: Zap aggiunge che “noi non pensiamo più” e invita invece a farlo, of course attraverso la filosofia, per vivere felici, ovvero “prendendo coscienza del fatto che possiamo esserlo con quello che abbiamo, appagati di quello che ci circonda”. Conclusione utilitaristica: Zap dice di divulgare la filosofia come disciplina che pervade la vita e la rende migliore: una disciplina per fare e per pensare, tanto per parafrasare un po’ dell’odiata pubblicità. E inoltre per combattere l’abitudine, riflettere proprio sui bisogni indotti dalla pubblicità, liberarsene. Così vivere meglio. Altro che storie di libri polverosi, avulsi dalla realtà.