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Pietro D’Angelo: “trasporti e diritti nel mio impegno alle europee”

San Benedetto del Tronto | Il capogruppo regionale dei Verdi è candidato nel collegio dell’Italia centrale

di Giovanni Desideri

Revisione del sistema dei trasporti e diritti umani: il capogruppo regionale dei Verdi non ha esitazioni nel parlare del suo programma per le europee. Sambenedettese, 57 anni, “single da sempre” come dice egli stesso, D’Angelo è tra i fondatori del partito dei Verdi, istituito nelle Marche per la prima volta in Italia nel 1984. Già biologo ricercatore presso l’Istituto Superiore di Sanità e presso l’Università “La Sapienza” di Roma, è in politica da vent’anni, prima come consigliere comunale a San Benedetto (sempre all’opposizione), poi, dal 1995, consigliere regionale (all’opposizione dal dicembre 2003 in segno di protesta contro il rinnovo ventennale della convezione con l’Api di Falconara, mentre i Verdi proponevano uno studio per la riconversione dell’area).
 
Dott. D’Angelo ha preparato un suo personale programma per queste elezioni europee?
“Noi Verdi siamo l’unico partito ad avere un unico programma in tutta Europa. Siamo anche, da alcuni mesi, un unico partito a livello europeo. La presentazione di queste novità è avvenuta a Roma con esponenti storici dei Verdi come Daniel Cohn-Bendit e Joscha Fischer, ministro degli Esteri tedesco. Detto questo, il segretario nazionale dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio mi ha chiesto di candidarmi per via delle mie competenze e del mio impegno sul versante dei trasporti e dei diritti umani. In passato sono stato presidente di una commissione nazionale dei Verdi sui trasporti. Alla Regione Marche ho presieduto per circa un anno la IVª commissione “Ambiente, Territorio e Trasporti”, fino al dicembre 2003.”
 
Cosa propone sul versante dei trasporti?
“I trasporti rientrano in quella parte del programma dei Verdi intitolata “Cambiamenti climatici”, fenomeni dovuti a varie cause, come la deforestazione e le emissioni nell’atmosfera di gas inquinanti. Queste ultime sono dovute all’industria e al traffico stradale. In Regione ho seguito il progetto dell’Unione Europea sul “Corridoio Adriatico”, che riguardava i trasporti lungo la direttrice nord-sud dell’Europa. Purtroppo questo progetto è stato accantonato a favore della direttrice ovest-est, che coinvolge solo marginalmente l’Italia, in alcune regioni del nord.”
 
Cosa prevedeva quel progetto?
“Il potenziamento della dorsale adriatica, tramite le “autostrade del mare” e la valorizzazione del trasporto ferroviario. In Italia il 96% delle merci viene trasportato su gomma. Nelle Marche si arriva al 97-98%. Se si continua così non sarà sufficiente la terza corsia sulla A14. E neppure la quarta. Attualmente la A14 è una camionabile pericolosissima. La terza corsia è indispensabile, ma più ancora è urgente un riequilibrio dei vettori, appunto tramite il potenziamento del trasporto via mare e su rotaia. Gli stessi automezzi possono essere caricati sui treni e sui traghetti. In questo modo i camionisti non avrebbero bisogno di dormire sulle piazzole di sosta delle autostrade. Risolveremmo il problema della sicurezza sulle strade e avremmo molto meno inquinamento.”
 
Trasportare le merci via mare allunga i tempi di consegna: oggi si parla invece di accorciarli per ridurre i costi.
“L’unico dato da valutare al riguardo è la deperibilità delle merci. Merci non deperibili possono essere trasportate benissimo via mare.”
 
A volte i Verdi vengono percepiti come un ostacolo alla realizzazione di alcuni progetti. Cosa risponde?
“I Verdi sono un punto di riferimento per la tutela dei diritti dei cittadini, della salute e dell’ambiente. A San Benedetto sono sempre stato all’opposizione (in una delle competizioni elettorali ero candidato sindaco e raggiungemmo un risultato storico: quasi il 7% dei voti). Ma dall’opposizione sono riuscito a fare istituire sette aree verdi come il parco di via Lombardia o il parco Eleonora a Porto d’Ascoli. Da quando sono consigliere presso la Regione Marche vengo chiamato in molti centri per evitare scempi. Per esempio a Roccafluvione, dove si voleva realizzare un insediamento di compostaggio di rifiuti solidi e urbani, in un’area di produzione del tartufo pregiato. A Ripatransone, qualche anno fa, volevano invece realizzare un megapollaio sulla terrazza naturale. A Force ho contribuito a far chiudere una porcilaia di tremila maiali, che non aveva autorizzazione ed era inquinante. Spesso sono stato all’opposizione, ma quando parlo mi temono, perché affronto le questioni con molta serietà.”
 
Alcuni altri risultati che ha ottenuto in questi anni?
“Sono il “padre” di alcune leggi regionali, per esempio quella sull’elettrosmog, considerata una delle più avanzate in Italia, o quella contro l’inquinamento acustico. Mi sono occupato di difesa del territorio attraverso la promozione del Pai, il Piano di Assetto Idrogeologico. A Grottammare ho dato un grande contributo per sbloccare il progetto del casello autostradale, che era finanziato da 15 anni, ma non veniva mai realizzato. Naturalmente il lavoro maggiore è stato compiuto dall’allora sindaco Massimo Rossi. Inoltre ho ottenuto il maggior finanziamento per un solo progetto che la Regione Marche abbia mai ricevuto: 33 miliardi di lire per la messa in sicurezza dell’ultimo tratto del fiume Tronto, un lavoro che peraltro non è ancora stato realizzato. Vorrei ricordare che nel ’92 non si verificò una calamità naturale, ma un disastro annunciato, per il quale abbiamo promosso procedimenti giudiziari. Ho inoltre ottenuto finanziamenti regionali per l’istituzione della riserva naturale della Sentina”
 
L’altro punto di cui parlava sono i diritti umani. Quali sono le sue proposte?
“Ho viaggiato in ogni angolo del pianeta. Ritengo che conoscere popoli e usanze diverse sia fondamentale per la convivenza e la promozione di un’autentica cultura della pace. Le mie proposte sul tema dei diritti umani sono la prosecuzione di un’opera che svolgo già da molti anni. Per esempio, sono stato il primo a segnalare alla Regione Marche il problema del popolo Saharawi, accampato da 27 anni nel Sahara occidentale. Ho visitato i campi Saharawi. Ho invitato i Comuni marchigiani a promuovere iniziative a favore di questo popolo. I Comuni di San Benedetto e di Grottammare aderirono alla mia richiesta.”
 
“Su questo tema ho fatto un intervento al parlamento di Strasburgo come rappresentante del consiglio della Regione Marche. Ho tenuto un altro intervento a Parigi nel dicembre 2003, come rappresentante dei Verdi italiani e del consiglio regionale. L’Onu ha riconosciuto da anni il diritto dei Saharawi all’autodeterminazione e all’indipendenza dal Marocco, ma ancora non si muove nulla. In generale ritengo sia indispensabile un riequilibrio della ricchezza nel mondo tra nord e sud, eliminando le ingiustizie di questa società. Solo così si può perseguire la pace, non con le armi. Propongo la difesa di valori come l’autodeterminazione dei popoli e i diritti, primo fra tutti quello alla sopravvivenza, negata in molte parti del mondo.”

10/06/2004





        
  



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