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Incontro in Regione sul progetto “La mia scuola per la pace”. Proposte per il prossimo anno

| ANCONA - Insegnare la pace: un cammino difficile ma possibile. Secchiaroli: “La pace è la cornice necessaria per l’istruzione”

Parlare di pace in questi momenti significa interrogarsi sull’attualità in maniera critica, ma comunque insegnarla rimane importante e necessario.”

E’ quanto ha detto oggi,  tra l’altro, Flavio Lotti, coordinatore per la Tavola della Pace, all’incontro conclusivo dell’iniziativa “La mia scuola per la pace”.

Un progetto avviato dalla Regione Marche e dalla stessa Tavola per promuovere e rendere operativo l’insegnamento “della cultura della pace” nelle scuole regionali d’ogni ordine e grado.

Si è cercato quindi, assieme agli enti locali e alle scuole intervenute, di fare un bilancio dell’anno in corso e di programmare concretamente il futuro.

“Dobbiamo iniziare a far vedere ai ragazzi la geografia, la storia e quant’altro attraverso le lenti della pace”- ha continuato Lotti- “per questo è importante una stretta collaborazione tra scuola, famiglie e società”. 

A tale proposito anche  l’assessore regionale all’Istruzione, Marcello Secchiaroli ha sottolineato: “Oltre all’integrazione all’interno dei Piani d’Offerta Formativa (POF) nelle varie scuole, auspichiamo che la pace diventi la cornice per le molte iniziative contigue che partono dalla Regione, come “Civis”, il Servizio civile e l’integrazione scolastica dei disabili. Questo è un modo diverso di fare educazione che va incoraggiato.”

Ha aderito a questo progetto il 21% degli Istituti e dei Circoli Didattici contattati ( 62 su 294 in totale); bisogna tuttavia considerare che il 41% era già impegnato in altri progetti per la pace.

“Questi sono gli inconvenienti delle partenze” -dice Lotti-  “Per il prossimo anno – ha proseguito-  ci proponiamo come raccordo tra tutte le diverse attività”. Infatti, una delle difficoltà emerse è stata proprio quella della complessità di definire un concetto di insegnamento della pace: dal significato globale e mondiale, alla più vicina educazione al comportamento, dall’integrazione delle culture altre, alla stessa educazione civica.

Proprio per condividere esperienze così diverse, costruendo una piattaforma comune da cui ricominciare l’anno prossimo, è stato creato un sito internet (www.scuoledipace.it). Qui si potranno trovare sia i progetti svolti quest’anno, con un’anagrafe delle scuole che hanno aderito, sia una piccola guida per quelle scuole che iniziano ora a muoversi verso questa realtà.

“Dobbiamo condividere le nostre esperienze in maniera costruttiva” suggerisce il coordinatore della “Scuola di Pace” di Senigallia ”Noi siamo operativi a livello comunale da anni; attiveremo un progetto di tutoraggio”. E per le scuole che non hanno aderito?  “Il 38% di non adesione è un numero alto”,  ha affermato l’assessore all’Istruzione del Comune d’Ancona, Patrizia Camilletti. “Per questo – ha aggiunto- proponiamo di attivare dei piccoli laboratori per la pace distrettuali, da coordinare poi a livello comunale, provinciale e regionale. Affinché questo percorso, necessario ma irto di ostacoli, diventi concreto”.

L’incontro di oggi è servito anche per stilare una proposta di piano di lavoro per il prossimo anno: i temi portanti saranno la promozione dei diritti umani e gli otto obiettivi di sviluppo del Millennio, sanciti dalle Nazioni Unite nel 2000.

Riguardo a questo,  la Tavola della Pace si propone, oltre che in qualità di organo di controllo e garanzia, come centro di informazione e formazione.

L’auspicio di tutti è che l’appello lanciato quest’anno per una scuola attiva sul fronte della pace, sia accolto da un numero sempre crescente di scuole.

“ Ricordandoci sempre – come ha ricordato un‘insegnante- che la scuola forma non solo il lavoratore ma soprattutto l’uomo e il cittadino di domani.”

26/05/2004





        
  



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