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I 5 Stelle portavoci in Europa dei vongolari marchigiani

Civitanova Marche | Già da diverso tempo il mercato marchigiano delle vongole sta attraversando un periodo di grande difficoltà, soprattutto a causa di un’errata e limitante legislazione europea.

di ELVIRA APONE

vongole

La flotta marchigiana in particolare, che costituisce un terzo delle vongolare di tutta Italia, si era fortemente specializzata nella pesca con draga idraulica turbo soffiante per la cattura delle vongole la cui raccolta, fino a circa dieci anni fa, costituiva quasi il 35% del quantitativo nazionale. Le vongole del nostro mare, più piccole e più gustose persino di quelle di altre località adriatiche, hanno da sempre rappresentato, insieme agli altri molluschi bivalvi, una delle principali risorse della nostra pesca che, ancor più a partire dagli anni sessanta, proprio con l’introduzione delle draghe idrauliche, si era ulteriormente sviluppata. Nel dicembre 2006, a dispetto di disaccordi e malcontenti, è stato approvato dall’Unione Europea il reg CE 1967/2006 che ha introdotto nuove regole e misure vincolanti per sette paesi appartenenti all’Unione Europea, compresa l’Italia, anche se non per tutti quelli che si affacciano sullo stesso bacino mediterraneo.

Le norme che hanno avuto maggiori ripercussioni sulla pesca delle vongole nel mare Adriatico sono fondamentalmente due: quella che impone la taglia minima del pesce a 25 mm e quella che vieta la pesca a meno di 300 metri di distanza dalla costa e a una profondità inferiore a 5 metri. Alla prima si deve obiettare che è alquanto difficile che le nostre vongole superino, proprio per una questione biologica di maturità sessuale, i 13-18 mm, anche a causa di un’inspiegabile moria che si sta diffondendo negli allevamenti e che impedisce loro di svilupparsi del tutto. Per quanto riguarda la seconda, bisogna sottolineare che proprio la fascia marina più vicina alla costa è quella che, invece, presenta una maggiore abbondanza di questo mollusco rispetto alle aree più distanti e profonde. Questi vincoli a dir poco paradossali, imposti dall’Europa all’Italia, hanno anche facilitato l’ascesa nel mercato ittico europeo e nazionale della Turchia, le cui vongole, più grandi per conformazione, stanno invadendo i mercati europei, con conseguenze negative per la nostra economia. Inutile dire che la legislazione europea, completamente irrispettosa delle necessità e dei problemi dei paesi membri, non sembra affatto tener conto dei differenti ecosistemi che li caratterizzano e, in questo caso, delle differenze strutturali, biologiche e naturali del nostro pescato.

L’economia ittica mediterranea, infatti, è un mosaico di realtà disomogenee e richiede necessariamente un approccio diverso a seconda della zona di riferimento, approccio che, ovviamente, questa ottusa serie di normative non prevede. È per tutti questi motivi che il Movimento Cinque Stelle, in seguito all’incontro tenutosi a Civitanova Marche, ha depositato per conto dei vongolari marchigiani un’interrogazione in cui chiede alla Commissione Europea se sia al corrente dell’estrema crisi in cui versa il nostro mercato ittico e soprattutto quali siano i provvedimenti che intende adottare in merito, dato che è ormai assolutamente necessario trovare delle risoluzioni per fronteggiare questa difficile situazione. Non bisogna dimenticare, infatti, che la nostra regione può vantare ben otto mercati ittici, due dei quali, quello di Civitanova Marche e quello di San Benedetto del Tronto, hanno una rilevanza regionale, e che migliaia di persone lavorano nel settore e nell’indotto. Ma la domanda che, a questo punto, mi faccio io e, credo, molti altri comuni cittadini come me è semplicemente questa: a chi e a che cosa servono leggi europee che, invece di favorire lo sviluppo economico e sociale degli stati membri, guardano in tutt’altra direzione contribuendo, paradossalmente, ad alimentare altre economie, e per giunta a scapito di quelle degli stati della così detta Unione Europea? Il Movimento Cinque Stelle a Civitanova Marche si è interrogato su questo e la risposta, forse, non è poi così difficile da immaginare.

18/11/2014





        
  



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