Due assemblee pubbliche per illustrare lo stato del PORU
San Benedetto del Tronto | Il programma di riqualificazione urbana al centro degli incontri del 16 e del 23 giugno
Comune di San Benedetto del Tronto
“Il PORU e la legge regionale n. 22/2011 per una città migliore” è il tema delle due assemblee pubbliche che si svolgeranno lunedì 16 e lunedì 23 giugno sempre alle 21,15, rispettivamente nella palestra di via Val Cuvia per la zona sud e all'Auditorium di Viale de Gasperi per la zona centro-nord della città, nelle quali l'Amministrazione comunale illustrerà gli obiettivi e i risultati sin qui raggiunti nell’iter di costruzione del Programma Operativo di Riqualificazione urbana - PORU.
Partendo dalla Delibera con cui il Consiglio comunale, nel dicembre 2013, diede gli indirizzi su quali temi dovessero qualificare il piano, sarà fatto il punto su qualità e tipologia delle manifestazioni di interesse pervenute dai privati.
Si tratta di un percorso partecipato che ha visto l’Amministrazione farsi promotrice nei mesi passati di diverse iniziative per far conoscere questo innovativo strumento urbanistico attraverso il quale il Comune affronta il tema della riqualificazione urbana con una serie di interventi coordinati da attuare in un programma temporale ben definito. Un percorso partecipato iniziato ad ottobre 2013 con le prime riunioni con associazioni di categoria, ordini professionali e portatori di interesse generale e sviluppatosi con assemblee pubbliche e incontri con i tecnici tra dicembre e maggio.
La partecipazione dei privati è infatti fondamentale per la costruzione e il successo del PORU. Ai cittadini questo strumento urbanistico concede diverse opportunità mentre il patrimonio pubblico si arricchisce di beni, verde e strutture ad uso collettivo. E questo senza alcun aumento di carico urbanistico (le volumetrie complessive rimangono inalterate). Ad esempio, con il PORU è possibile demolire un edificio con destinazione residenziale o produttiva e trasferire tutta o parte della volumetria in altro sito idoneo ad accoglierla oppure ricostruire in loco edifici esistenti con cambio di destinazione per renderli più adatti al contesto urbano circostante e alle mutate condizioni socio economiche. O ancora, chiedere al Comune il cambio di destinazione di un area già destinata ad attrezzatura o ad impianto di interesse generale (per esempio, per scuole mai realizzate) verso destinazioni più congrue.
In tutti i casi il “plusvalore” così creato andrà ripartito tra privato e Comune: il primo potrà “pagare” in denaro o in beni immobili o aree di valore equivalente. In tale maniera, il Comune potrà ottenere un vantaggio pubblico da redistribuire alla Città.
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12/06/2014
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