Se nelle tasche dell'Ente Provinciale non ci sono più i soldi, poco importa. Si trovano tassando i pozzi ad uso familiare. Anche giardini, pranzi e cene a rischio di tassa, che per ora ammonta ad una apertura di 97,87 €. E nelle intenzioni della Provincia è solo l'inizio. Tassare i pozzi delle acque pubbliche sembra l'idea giusta per risollevare il bilancio provinciale, messo alle strette da investimenti poco reditivi e di imprecisato esito. "I dati ISTAT parlano di una crisi inequivocabile" dice Antimo Di Francesco" e la Provincia invece che dare risposte convincenti impone l'ennesimo balzello".

Il Governo Provinciale si pone sulla scia di quello nazionale. Tra tasse sui pedaggi autostradali e l'ipotesi di trasformare San Benedetto in una San Marino di serie b, ci sta pure la nuova proposta del PDL, alla guida del governo provinciale. Che abbiano capito che le tasche dei cittadini portano al pozzo di San Patrizio, come si chiedono i rappresentanti dell'opposizione, "tutti presenti dall'UDC, al PD, da SEL a RC", come ricorda Ciccanti - l'unica cosa certa è che il PDL propone un'idea trita e ritrita. E che non aiuta di certo il territorio in un momento molto difficile.

"Contestiamo una pressione fiscale da Stato Borbonico" dice Gian Filippo Fortuna "esercitata da un branco di incapaci" rincara la dose D'Angelo. "Predicano bene e razzolano male" accusa Spadoni "dicono di non mettere le mani nelle tasche degli italiani su tutte le tv nazionali e locali, e invece è proprio quello che fanno". Tutti d'accordo sull'iniquità della proposta, e sulla controffensiva. "Invitiamo chiaramente i cittadini a ignorare la lettera che impone di pagare, a cestinarla", dice Dante Merlonghi, "considerato anche che non è nemmeno firmata".

L'incongruenza è grande, "una mistificazione della realtà" dice Antimo Di Francesco, che dà l'occasione a San Benedetto per dire no. E diventare punto di partenza nella necessaria evoluzione del sistema arrivato al capolinea.