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Via Roberto Peci. Il sindaco Giovanni Gaspari: «Un atto dovuto»

San Benedetto del Tronto | La cerimonia di intitolazione della via, nel giorno della commemorazione delle vittime del terrorismo, chiude una storia durata trent'anni.

di Domenico Del Zompo

Walter Veltroni

Inizia il 10 giugno del 1981 la vicenda di Roberto Peci. Militante, abbandonò la lotta politica per dedicarsi alla famiglia e per lavorare. Pagò con la vita il tradimento, verso le BR, del fratello, Patrizio. Quella via Arrigo Boito che vide Roberto vivo per l'ultima volta, prima del rapimento, ne prende il nome, per far sì che la sua memoria venga rispettata e non si perda.

Trent'anni dopo, il sindaco Gaspari, ha tolto il velo tricolore alla targa che indica via Roberto Peci. Presente la moglie Antonella e la figlia, Roberta, entrambe visibilmente commosse da "Un atto dovuto". - nelle parole del Sindaco Gaspari la spiegazione di come si è raggiunto questo obiettivo - "Non è stato un gesto semplice, vista la delicatezza della vicenda".

Dietro a tutto questo però, c'è anche il lavoro di tre giovani sambenedettesi, che hanno fatto luce su una terribile e controversa tragedia: Luigi Maria Perotti, regista di un documentario sulla vita di Roberto - L'infame e suo fratello -; Silvia Ballestra, autrice di un libro che tratta un tema ben noto a San Benedetto, quello dei rotunderos (I giorni della Rotonda), ed infine Roberta Peci, che, con grande impegno e tenacia, è riuscita a restituire a suo padre la dignità.

"Mio padre non era un terrorista - esordisce Roberta - faceva politica, sì, come tutti a quei tempi - incalzata cerca di ricordare il momento del rapimento - Avevo 6 anni all'epoca. Immaginai fin dal primo minuto, che il suo sequestro fosse legato all'impegno politico.

Se incontrassi Giovanni Senzani lo perdonerei, certo. Non si può creare una spirale di odio e vendetta che poi è quella che ha portato lui ad uccidere". Continua, con la voce rotta dalla commozione "Sono convinta che rimase coinvolto in qualcosa piú grande di lui. Era un ragazzo normalissimo. Rifiutava la violenza della quale, però, rimase vittima. Finalmente, grazie al Sindaco ed a tutti voi presenti, ottengo ciò per cui ho lottato. Volevo che tutti sapessero chi fosse mio padre".

In occasione del ricordo delle vittime del terrorismo, lo scorso anno, il piazzale antistante il Palariviera è stato rinominato "Piazzale Aldo Moro". Proprio per onorare anche il ricordo di Roberto Peci c'era anche la figlia dell'ex presidente del consiglio e storico segretario della DC, Agnese Moro, che ha manifestato tutta la sua vicinanza alla famiglia Peci.

Presente anche Walter Veltroni, rimasto in sempre in disparte per non oscurare il particolare momento. L'ex sindaco di Roma è autore di: Vermicino, l'inizio del buio, in uscita il prossimo 8 giugno. Il libro crea un parallelismo tra due storie dello stesso periodo: quella del piccolo Alfredo Rampi ed il fenomeno del terrorismo in Italia, con uno sguardo particolarmente approfondito sulla vicenda Peci.

"Oggi, rispetto a ieri - ha dichiarato Agnese Moro - siamo capaci di distinguere le cose giuste e sbagliate, perché c'è meno ideologia. Questa strada - Via Peci - è una cosa bellissima, e a noi che abbiamo perso qualcuno aiuta molto. Anche se i nostri genitori non ce li ridarà piú nessuno".

10/05/2011





        
  



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