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I frutti copiosi della Santa Pasqua a Teramo

| I laici domenicani: “Benissimo, ben vengano gli ortodossi ma i Padri Domenicani restino nel convento di San Domenico”.

di Nicola Facciolini

Un momento della Pasqua Ortodossa a Teramo


La solennità del Triduo pasquale cristiano e cattolico che si apre oggi Giovedì Santo 5 aprile 2007 (In Cena Domini), introduce i fedeli al mistero della Morte (venerdì) e Resurrezione (domenica di Pasqua) di Nostro Signore Gesù Cristo. “E’ l’inizio di un cammino di dialogo, di accoglienza e di fede, nel rispetto delle reciproche differenze”: così Monsignor Michele Seccia, Arcivescovo di Teramo, commenta il comunicato diffuso ieri dall’Ufficio Diocesano per le comunicazioni sociali, che conteneva il programma delle celebrazioni liturgiche per la comunità rumeno-ortodossa di Teramo in occasione della Santa Pasqua.

La comunità rumena nel territorio di Teramo è molto numerosa e l’incidenza socio-culturale è sicuramente forte dal momento che la richiesta alla Curia Aprutina di concedere la santificazione della Pasqua Ortodossa è giunta dal Vescovo della Metropolìa Ortodossa Romena dell’Europa Occidentale, quindi per vie ufficiali. “L’iniziativa non è stata mia – prosegue il Vescovo Seccia – e quindi non è da ascrivere ad una nostra scelta pastorale. E’ chiaro che, da questo punto in poi, ad essa verrà dato il giusto seguito e sarà assunta dalla Diocesi nell’ambito della pastorale sociale”. E’ certo che chi osserva con occhio attento e non sonnacchioso la realtà teramana, capta un segnale forte, l’indizio di qualcosa di nuovo e di “diverso” che accadrà; la pasqua ortodossa celebrata a Teramo, è il segno della solidarietà, dell’integrazione, della tolleranza e di quella apertura al dialogo interreligioso consacrata da Giovanni XXIII e vivificata dall’intraprendenza di Giovanni Paolo II. 

Michele Seccia raccoglie il testimone, e durante la settimana santa ospiterà nella chiesa dei Cappuccini il pope Gelu Porumb che guiderà i riti della festa per eccellenza degli ortodossi (occasione straordinaria anche perché nell’anno 2007 le date della Pasqua cristiana e di quella ortodossa coincidono, sia secondo il calendario giuliano sia secondo quello gregoriano), da trascorrere insieme alla famiglia, agli affetti più cari. Tutta la settimana santa viene celebrata con particolare solennità e il culmine lo si tocca nella sera del sabato quando si va in chiesa ‘a prendere la luce’; il rito consiste nell’aspettare il Pope fino a mezzanotte, quando accenderà con la sua candela, la candela che ciascun fedele porta con sé. Alle cinque della domenica mattina si torna in chiesa a prendere il pane e il vino per celebrare la Pasqua a casa. Per il pranzo di Pasqua, in particolare, si prepara un piatto per ricordare i cari defunti ed il cibo deve essere sufficiente per offrirlo a chiunque bussi alla porta. “Non si debbono superare le differenze  - precisa Mons. Seccia - ma bisogna prendere ispirazione dai punti comuni che in chiave teologica sono la Resurrezione e la Confessione; su questi elementi si può sviluppare un dialogo che, basato sui misteri teologici e dogmatici comunque condivisi, possa far scaturire reciprocità e rispetto”.

 E’ evidente che l’apertura della chiesa teramana alla pratica religiosa rumena porta con sé implicazioni di carattere sociale che schiudono nuovi orizzonti. I laici domenicani, nell’obbedienza alle decisioni pastorali del vescovo Seccia, commentano positivamente l’ingresso della chiesa ortodossa ufficiale in città: “Benissimo, con la stessa devozione e obbedienza filiare, chiediamo che i Padri Domenicani possano rimanere nel convento di San Domenico di Teramo, per continuare anche nel 2008 a celebrare la Santa Pasqua insieme ai loro fedeli del quartiere di Santo Spirito”.

05/04/2007





        
  



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