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Chiusura del Distretto Militare di Teramo?

| TERAMO - L’On.le Remo Gaspari auspica la ricostituzione della Caserma degli Alpini della Julia:“Ho molta fiducia nei nostri militari che sono il volto migliore dell’Italia nel mondo e molto meno nella coalizione del governo Prodi”.

di Nicola Facciolini


La chiusura per motivi precauzionali, nei giorni scorsi, degli uffici del Distretto militare di Teramo, in corso Porta Romana, pare no essere definitiva. L’edificio, per ora off-limits, è attiguo al convento dei Padri Domenicani. A causa di una perdita di acque da una tubazione difettosa, pare che sia a rischio crollo. Per evidenti ragioni di sicurezza sono state anche allontanate le famiglie dei militari che vi abitavano. Anche perché la delusione per l’ennesima chiusura, stavolta anticipata, di un prestigioso centro di reclutamento delle Forze Armate italiane, sarebbe davvero insopportabile ai teramani.

Non fosse altro perché il Distretto miliatre era miracolosamente sopravvissuto alla partenza degli Alpini della Julia dal capoluogo aprutino: la chiusura della caserma Costantini sembrava, infatti, ai teramani un provvedimento temporaneo in attesa, grazie al Distretto militare, del ritorno degli Alpini della gloriosa Julia. Ora, anche questa esile speranza pare sia definitivamente tramontata. Ma non per l’Onorevole Remo Gaspari, più che convinto del contrario: è necessaria, in definitiva, la riattivazione di quelle strutture militari prima esistenti nel Mezzogiorno e che oggi sono più attuali di quelle del nord Italia.

“Il ripristino della Caserma degli Alpini a Teramo è auspicabile anche perché non dobbiamo dimenticare che gli Alpini abruzzesi, soprattutto della Julia, hanno scritto delle pagine di gloria per l’Italia nella Prima e Seconda Guerra Mondiale”. Molto legato alle forze dell’ordine, il ministro Gaspari ha sempre amato le Forze Armate. “Ho molta fiducia nei nostri militari che sono il volto migliore dell’Italia nel mondo. Dovunque vadano all’estero, sono considerati sempre i migliori. Anche oggi con le tante missioni di pace all’estero, i nostri militari sono i migliori perché sono i più umani, i più vicini ai bisogni della gente, i meno arroganti e prepotenti, i più responsabili che si attivano sempre nel fare del bene”.

La caserma degli Alpini potrà mai essere ricostituita a Teramo? “La partenza degli Alpini è la dimostrazione dell’errore di chi negli anni ha diretto il ministero della difesa, perché la dislocazione dei militari verso il nord Italia si giustificava nel periodo della Guerra Fredda per l’eventualità, remota, sempre da scongiurare ma possibile, di un conflitto con il mondo sovietico”. Oggi, non c’è più questo pericolo. “C’è invece una politica di pace che viene perseguita in tutte le nazioni del mondo ed allora sarebbe necessaria una redistribuzione delle presenze dei nostri militari sul territorio italiano, dunque anche nella città di Teramo”. Come giudica la politica estera italiana?

“Lo scenario attuale è complesso. Oggi il tallone di Achille del Governo Prodi sono coloro che si definiscono “comunisti”. Il comunismo aveva una sua politica in perfetta antitesi con la politica occidentale che il governo della Democrazia Cristiana e degli altri partiti democratici perseguivano in Italia. Ora questi signori comunisti – continua Gaspari - fanno parte di una coalizione di governo ma sono l’estrema sinistra e non sono cambiati affatto.

Ecco perché vogliono andare via dall’Irak e, prima o poi anche dall’Afghanistan, per fare la politica nella quale hanno sempre creduto malgrado la loro sconfitta nella storia. Perché il comunismo non ha perso una guerra, ha perso una battaglia politica in quanto si è auto-distrutto per aver fallito tutti i suoi obiettivi. In Italia abbiamo una fascia di cittadini che ancora credono negli obiettivi del comunismo e portano avanti quelle politiche”. Il sistema elettorale condiziona la maggioranza con margini anche insignificanti di poche migliaia di voti.

“Allora per governare servono pure i prefissi telefonici dei partiti che non contano nulla, votati da alcuni elettori, frutto magari di un errore di valutazione: questi partiti oggi occupano posizioni strategiche nel governo e nel parlamento e condizionano la politica italiana”. L’On.le Gaspari ironizza. “Immaginate un po’: il presidente della Camera è stato il segretario di un partito che vuole la rifondazione del comunismo! Basta questo dato per chiarire le difficoltà del povero presidente del Consiglio Prodi che deve cercare di mantenere in piedi il suo governo appoggiato da una miriade di sigle telefoniche e politiche le quali se ne vanno da tutte le parti, creando un’atmosfera di continua incertezza nell’azione di goveno nel Paese e nel mondo.

E, soprattutto in politica estera, minano fortemente il prestigio dell’Italia che viene oggi considerata poco affidabile a livello internazionale. Una maggioranza risicatissima in politica estera non va bene”.

04/04/2007





        
  



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