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“Terremoto alla Multiservizi Spa, sciolto il Cda”

San Benedetto del Tronto | "Perché sono a tutti gli effetti delle imprese pubbliche a dir poco da burla."

di Luigi avv. Meconi*


Quanto si è scritto per l’”Ascoli servizi Srl”, società interamente comunale, del Comune di Ascoli Piceno: “ogni affidamento diretto, senza gara, di servizi a una società commerciale: Spa o Srl, a capitale interamente pubblico o misto non è legittimo senza gara”, vale anche per la Multiservizi Spa di 9 Comuni; con San Benedetto del Tronto che detiene il 99% delle quote. Per violazione del Trattato Ue sulla libera concorrenza e di non poche sentenze della Corte di Giustizia Ue e dei Tar nazionali che hanno definitivamente chiarito che non c’è Spa o Srl, in quanto società commerciali, a cui si possano affidare servizi pubblici locali senza una gara. In breve, perché sono a tutti gli effetti delle imprese pubbliche a dir poco da burla.

Non solo. Con l’entrata in vigore della legge Bersani, n. 248/2006, per il suo articolo 13 ogni “contratto” con altri “soggetti pubblici o privati” e ogni “partecipazione ad altre società o enti” di una queste società in house, dal 12 agosto 2006 sono nulli. Si può operare esclusivamente “con gli enti costituenti o partecipanti o affidanti”.

Per superare la mannaia della nullità dei contratti, queste società commerciali: Spa o Srl, con servizi affidati senza gara, o in house, debbono fare due operazioni:
1) “cedere” immediatamente, e “nel rispetto delle procedure ad evidenza pubblica, le attività non consentite a terzi ovvero scorporarle, anche costituendo una separata società”;
2) procedere, nei prossimi 24 mesi, alla loro messa in regola con le regole della concorrenza e del mercato.

Resterebbe un’ulteriore possibile, e legittima, soluzione. Anche se nessuno ne parla. Trasformare la Spa o la Srl in Consorzio ex articolo 31 del Tuel. La Multiservizi Spa è infatti partecipata da 9 Comuni. Oppure, visto che 8 di questi 9 Comuni hanno azioni che non superano lo 0,09%, il Comune di San Benedetto del Tronto può costituire una propria Azienda Speciale ex articolo 114 del Tuel.

In quest’ultime due ipotesi si salverebbero sia la legittimità degli affidamenti diretti dei servizi comunali, sia la possibilità di Statuti con dentro Bilanci di questi Enti Strumentali: “partecipati” cioè ispirati al noto Bilancio Partecipativo. Sia, soprattutto, l’eliminazione dell’assurdo che i cittadini, da proprietari dei beni comunali, con queste Spa e Srl si sono ritrovati: “clienti”. In altre parole, espropriati dei propri beni comuni.

Nel Programma Amministrativo con cui l’attuale Amministrazione si è presentata agli elettori si legge: “dovremmo applicare e presidiare il principio dell’efficienza dell’azione pubblica e della trasparenza nell’utilizzo delle risorse opponendoci al processo di privatizzazione dei servizi pubblici a cominciare dall’acqua”.

Nei giornali si legge di rincorse alle poltrone. Basterebbe che l’attuale Amministrazione rileggesse e applicasse questo passaggio del proprio Programma. Ovvero, invece di rincorrere sogni di contraddittori, illegittimi, forse anche illeciti e alla fin fine impossibili “Comuni holding”, rincorrere, all’opposto, un’ipotesi di Comuni veramente tali, cioè dei cittadini.

O non ha insegnato nulla il primo nubifragio estivo e un neo Sindaco che per il pronto intervento trova un solo operaio di questa Multiservizi Spa; oltre i meritori Vigili Urbani?
Possibile, infine, che i nostri di San Benedetto del Tronto non hanno letto su pressoché tutti i quotidiani i recenti e allarmati appelli dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato contro queste Spa o Srl in house a capitale interamente pubblico o misto? Appelli non lanciati a caso. Visto che, se non si mettono in regola, per l’articolo 14 del decreto Bersani, ora legge 248/2006, questa Autorità si ritroverà con un monte di ricorsi? E di lavoro? 

* Segretario comunale

08/01/2007





        
  



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