di Massimo Valentini: presidente compagnia delle opere Marche del sud

Nello scenario economico locale due protagonisti attualmente occupano la prima pagina. Da un parte la schiera di chi si lamenta della concorrenza sleale dei paesi asiatici ed invoca tutele protezionistiche, dall’altra la schiera in larga parte silenziosa di chi, pur in una congiuntura difficile, riesce ad esprimere performance di crescita significative. La caratteristica fondamentale di queste piccole e medie imprese è la capacità di innovare e quindi di posizionarsi su fasce di mercato non aggredibili da competitors esteri.

L’innovazione nel servizio e nel marketing della Nuova Simonelli spa, l’innovazione di prodotto della Faggiolati Pumps spa e della Frigotecnica spa, l’innovazione organizzativa della Faam spa, l’innovazione di processo della Monaldi spa sono solo alcuni esempi di come le imprese del territorio puntando sull’innovazione sono capaci di crescere. Questa innovazione non è generata da geni solitari, ma da uomini che sono stati educati ad intravedere nella realtà un Oltre da scoprire e che esprimono nell’azione imprenditoriale una cultura dell’umano che la tradizione cattolica ha fatto giungere sino a noi.

L’innovazione è culturalmente aperta all’apprendimento, ad imparare dalle persone e dalla realtà circostante generando sistemi di collaborazione stabile. Si ricreano nuove reti nei distretti tradizionali in forme di collaborazioni anche informali, ma decisive per il successo aziendale. Tutte le imprese sopra citate hanno generato nuove forme di rapporti distrettuali sino ad articolazioni anche complesse come il bellissimo esempio del Gruppo Loccioni che vede entrare nella forma del nuovo cluster istituzioni come le scuole, l’università e gli enti locali. Mentre qualcuno si lamenta della concorrenza ed altri discettano stancamente sul nanismo delle imprese italiane, le piccole imprese marchigiane documentano che una strada di sviluppo è possibile con la peculiarità del nostro sistema.

La politica può sostenere o intralciare quello che di nuovo c’è : favorendo la crescita del capitale umano attraverso libertà di scelta nell’istruzione e riscoperta del criterio del merito, sostenendo la crescita di sistemi integrati di ricerca, agevolando lo sviluppo dei nuovi distretti e quindi non privilegiando solo la grande impresa ma anche la realtà delle piccole imprese. Come dice Vignali nel suo bellissimo libro “Eppur si muove”. La celebre frase di Galileo, nata dall’osservazione appassionata della realtà, suggerisce a ciascuno il metodo. “Il positivo e il nuovo ci sono, anche nella piccola impresa: basta saperli guardare.” Di questo e di altro discuteremo nel prossimo convegno sull’innovazione del prossimo 5 dicembre