“Fermo capoluogo,prima come Marca e Stato e poi come comune,delegazione apostolica e provincia attraverso i secoli,fin dai Romani e poi fino al Governo Pontificio,l’età napoleonica e lo Stato Unitario, ha avuto sempre una grande importanza a livello socio-politico,militare,ecclesiastico e culturale-scientifico. Oggi nel XXI secolo,con la riacquistata autonomia provinciale, saprà “governare” con saggezza e spiccata unità d’intenti il territorio di pertinenza, che costituisce già una realtà omogenea e compatta”.

E’ quanto ha evidenziato l'altro giorno il prof.Gabriele Nepi nel corso dell’incontro,organizzato a Villa Vitali dall’UDC cittadina, quale 4° appuntamento in calendario per il corso di formazione politica che vede protagonisti gli udiccini,specie del movimento giovanile. Introdotto dal segretario politico Andrea Recchioni, che ha fornito alcune coordinate statistiche e normative dell’attuale provincia di Fermo, Nepi ha illustrato il tema de “La Provincia di Fermo:storia ed attualità” attraverso una carrellata ricca anche di curiosità inedite.

Il relatore ha iniziato dai Piceni ed è giunto -dopo flash su Federico II, la Repubblica di Venezia e Francesco Sforza- a focalizzare il protagonismo di Fermo,con la sua arcidiocesi metropolitana, durante gli avvenimenti che hanno caratterizzato la vita dello Stato della Chiesa dal 1500, ed ancora col Dipartimento del Tronto dell’800, con la formazione del piemontese Regno d’Italia ed il ruolo del cardinale Filippo De Angelis, e quindi il periodo fascista. Non ha mancato di ricordare che molti autori classici e contemporanei hanno parlato di Fermo e del Fermano,quali ad esempio Cicerone,Federico Barbarossa,Pier delle Vigne,Dante Alighieri,Niccolò Machiavelli, Gregorio XIII,Giosuè Carducci,Paolo Volponi.