Sanità: vecchi problemi in attesa del Piano Sanitario
Fermo | Di Ruscio denuncia i mille difetti della sanità locale e attacca: "Si nominano i nuovi direttori, perché i sindaci non ne sanno niente?"
di Pierpaolo Pierleoni
Sulla sanità la strada è lunga, e a dir poco tortuosa. Il sindaco di Fermo Saturnino Di Rusico è tornato a denunciare i ritardi subiti dal Fermano negli ultimi anni e le enormi difficoltà del settore soprattutto dala nascita dell'ente unico regionale, l'Asur, che certo non ha contribuito alla risoluzione dellecriticità del territorio.
Ultimo affondo, il primo cittadino fermano lo dedica alle voci secondo cui sarebbero state decise le nuove nomine dirigenziali in tema di sanità. Secondo indiscrezioni affidabili. Carmine Ruta sarebbe il nuovo direttore del servizio salute della Regione, mentre Roberto Malucelli dovrebbe diventare direttore dell'Asur. Con disappunto, Di Ruscio fa notare come i sindaci non siano mai stati chiamati in causa per una decisione particolarmente rilevante, presa esclusivamente dalla Regione.
Quanto alla situazione della sanità locale, il sindaco, negli ultimi giorni, non ha usato la mano leggera, elencando i tanti problemi che affliggono l'ospedale Murri e l'intero territorio della quinta provincia marchigiana. "Il Fermano è in credito con la sanità, e questo va ribadito con forza, dovessi tornare a dirlo sulla stampa ogni settimana". In un lungo documento, che verrà presentato alla prossima conferenza dei sindaci, il primo cittadino fermano ha elencato tutte le inadempienze dell'Asur e tutti i lavori tutt'ora incompiuti, citando anche le due Potes a Montegranaro e nella Valdaso ancora miraggio. "Come si fa a parlare di nuovo Piano sanitario se quello vecchio è in alto mare? Dobbiamo sapere prima quando inizieranno i lavori del V, VI, VII stralcio del nuovo ospedale di rete e quelli del nuovo Pronto soccorso. Per non parlare di lungodegenze e posti letto, oltre ad evidenti carenze di personale".
E via così, il sindaco non lascia indietro nulla ed elenca tutte le carenze. Senza dimenticare le lunghe liste d'attesa, la mobilità passiva ancora in aumento, le inadempienze strutturali, come il centro trasfusionale, senza primario e relegato in un sottoscala. Nulla di nuovo, in fondo, nessuna sorpresa. Il disco rotto della sanità fermana continua a girare da tempo con tutte le sue stecche. Denunciarlo è un diritto, o meglio, un dovere. Che sia fatto finalmente qualcosa è un dovere, o meglio, un diritto. Dei cittadini.
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20/11/2006
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