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"Vorrei sensibilizzare tutti, non dimentichiamo il problema mafia"

Porto Sant'Elpidio | Fabio Regolo, organizzatore della grande riunione antimafia del prossimo 17 settembre, racconta la sua esperienza e il suo impegno

di Pierpaolo Pierleoni


Una passione che cresce da un tempo lontano. Un desiderio di giustizia che nasce e si sviluppa negli anni. Il sogno di proseguire sulla strada tracciata dagli ultimi eroi dell’Italia moderna.
Fabio Regolo organizzerà la prossima settimana un incontro a Porto Sant’Elpidio sulla mafia, intitolato “L’eredità di Falcone e Borsellino”. Temi forti e ospiti importanti: uomini e donne che conoscono il fenomeno mafioso per averlo vissuto addosso, combattendolo e pagando spesso un tributo dolorosissimo con la perdita di persone amate.

Dal sostituto procuratore di Palermo Antonio Ingroia a Fiammetta e Rita Borsellino, da Giovanni Impastato a Padre Lo Bue, molte voci per un solo grido, un incitamento a non illudersi che non sentir parlare di mafia possa coincidere con l’averla sconfitta.
 
“Il mio interesse per la mafia ha radici abbastanza antiche. Fin da ragazzino mi interessavo all’argomento. Col passare degli anni ho continuato a leggere libri e studi su questo fenomeno. A questo poi si è aggiunto il sogno di diventare magistrato, magari riuscendo a contribuire, anche in minima parte, alla sconfitta della criminalità organizzata”.
 
Il primo contatto con l’ambiente siciliano è avvenuto la scorsa primavera, in una toccata e fuga nel mese di aprile, seguita poi da un più lungo viaggio quest’estate.
 
“In quell’esperienza – racconta Regolo - ho voluto visitare le terre confiscate ai boss mafiosi, e su cui sono nate diverse comunità di riabilitazione per tossicodipendenti ed ex detenuti. E’ stato un viaggio che mi ha colpito profondamente. Il contatto umano con quelle persone è sicuramente l’aspetto più emozionante. Si stupivano che ragazzi giovani, invece di godersi Taormina o altre località turistiche, si immergessero nella Sicilia più profonda per conoscere la loro realtà. Sono persone con un passato difficile, ma che una volta pagati i debiti con la giustizia e risolti i problemi di salute hanno voglia di vivere in modo pulito, reinserirsi, lavorare”.
 
Per chi coltiva il sogno di diventare magistrato ed è cresciuto considerando personaggi come Falcone e Borsellino dei modelli assoluti, poi, è anche emozionante conoscere persone vicine a questi eroi, ripercorrere strade, visitare zone e abitazioni in cui loro stessi passarono.
 
“Tempo fa scrissi a Fiammetta Borsellino, la figlia del magistrato assassinato tredici anni fa. Andando in Sicilia l’ho conosciuta, è nata un’amicizia. E’ una persona straordinaria, che nel convegno del 17 settembre parlerà per la prima volta in pubblico. Mi ha anche accompagnato in luoghi cari a suo padre, ho visitato Villa Grazia, la loro abitazione sul mare. Ho camminato nei luoghi in cui Borsellino è cresciuto, nel quartiere La Calza di Palermo, in cui sia lui che Falcone, e, ironia della sorte, anche Tommaso Buscetta, sono nati. Poi Palermo è una città dal fascino incredibile. Miseria e ricchezza, benessere e disperazione che si incrociano e si accavallano in pochi metri”.  
 
Quanto al suo impegno per la sensibilizzazione e la conoscenza approfondita del fenomeno mafioso, Fabio Regolo è profondamente critico sulla disinformazione della società. “Si sa poco o niente. Si parla di mafia solo quando capitano notizie sul boss Provenzano, come se tutto dipendesse da lui e la sua cattura potesse risolvere qualcosa. Non si dice che alcune leggi hanno reso la vita difficilissima per chi combatte la criminalità. Non si indaga sulle collusioni del potere mafioso con gli ambienti borghesi, politici, economici. Così la verità resta sempre insabbiata. Organizzare un incontro come quello del 17 settembre non è difficile. Ce l’ho fatta io che non avevo grossi mezzi a disposizione, né uno staff di collaboratori al mio fianco. Eppure è venuta fuori una manifestazione importante. Ho già ricevuto una chiamata da un giudice di Reggio Calabria, sono stato invitato in quella zona, mi è stata data massima disponibilità qualora decidessi di organizzare nuovi incontri di questo genere… quello che voglio dire è che chi combatte la mafia è pronto a fare di tutto per diffondere la conoscenza dell’argomento, eppure pochissimi si muovono, si impegnano. A volte penso abbia ragione Calogero Lupo, quando scrisse che c’è un’Italia che ha bisogno di mafia".
 
Ma al di là delle asperità di un tragitto che talvolta sembra non avere fine, c’è anche lo spazio per un prospettiva futura che si apre alla speranza. “Voglio credere che la mafia si possa sconfiggere. – conclude l’organizzatore del convegno - Mi piace ricordare le parole di Borsellino quando auspicava un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità".

10/09/2005





        
  



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