Celebrazione per il 25 aprile
Fermo | Il discorso del sindaco Saturnino Di Ruscio
di Stefania Ceteroni
Si è svolta questa mattina la cerimonia voluta dall'amministrazione comunale in occasione del sessantesimo anniversario della liberazione.
"Oggi si celebra il 25 aprile, giorno che segna la liberazione del nazi-fascismo, data da tenere sempre viva nella memoria come dovere etico, per formare le coscienze dei nostri giovani, perché mai più si ripeta lorrore dellodio razziale e il disprezzo per la vita umana - ha osservato il sindaco, Saturnino Di Ruscio nel suo discorso - Celebrare il 25 aprile significa dedicare un giorno alla riflessione sui crimini commessi nel corso della Seconda Guerra Mondiale dai regimi fascisti e nazisti. Sono crimini che hanno offeso le più elementari regole della convivenza civile, che hanno leso i principi di libertà e uguaglianza che sono alla base della democrazia.
Anche a 60 anni di distanza, è sempre il momento di inginocchiarci allaltare dei nostri caduti, i giovani fermani che in divisa si sono immolati per i loro ideali e valori che sono universali: la pace, la democrazia, la repulsione per la guerra, la difesa della libertà dei popoli contro ogni dittatura e regime, contro ogni imposizione politica di qualsiasi colore. Perché non cè libertà se non cè democrazia e lo ha dimostrato lEuropa, 60 anni di libertà, di benessere grazie alle grandi democrazie delle nazioni europee.
Quella del 25 aprile non è una vuota celebrazione del passato ma loccasione per guardare dentro di noi e chiederci se quanto stiamo facendo per accogliere leredità dei nostri padri sia sufficiente a costruire un mondo di pace e di giustizia per le nuove generazioni.
Dalla tragedia della guerra lItalia uscì con un idea chiara ed una volontà unanime: costruire una Nazione ed una Europa sorretta da istituzioni fondate sui principi di Democrazia, sui valori della giustizia, del rispetto della dignità umana, della pace e della solidarietà; per questo è importante celebrare levento con spirito di riconciliazione, mantenendo sempre alto il ricordo del sacrificio di migliaia di combattenti, uomini, donne di ogni estrazione sociale.
E anche una festa per tutti noi, pronti a prendere la testimonianza di pace a prescindere dal credo politico per non doverci mai più trovare nella tragica condizione di dover ricostruire la nostra Patria.
Fermo e il suo entroterra nel dopoguerra furono costrette a ricostruire le infrastrutture, specie le contrade più lontane dal centro che avevano risentito dello stato di guerra, furono aiutate e soccorse e fu portata lilluminazione dove mancava. Lo stato di incertezza e di paura aleggiavano e si sentì la necessità di una viva partecipazione, così i partiti furono i primi centri promotori per il nuovo Paese libero che mirava non alla sola indipendenza nazionale, ma ad un completo rinnovamento delle strutture politico ed economico-sociali.
Il nostro paese si accostò alle nazioni più progredite, ciò costituì una base nellintegrazione dei popoli e crebbe limpegno solidale anche tra forze politiche diverse, con differenti ideologie: cattolici e laici, credenti e atei, tutti agirono fianco a fianco per il bene comune. Questo deve essere un esempio, un monito per i popoli di oggi nel ricercare forme di collaborazione internazionale e di pace.
Voglio ringraziare oggi tutte quelle associazioni, in primis lAnpi del fermano, e tutti i testimoni diretti, uomini e donne, che si spendono per divulgare la loro storia: un grazie sincero per il loro impegno a formare le coscienze dei più giovani che hanno lopportunità di conoscere chi è stato disposto anche a morire pur di riconsegnarci una patria libera e democratica.
Scrisse uno dei padri fondatori della nostra Costituzione, Pietro Calamadrei, riguardo ai caduti: E la nostra vita che può dare un significato e una ragione rasserenatrice e consolante alla morte e dipende da noi farli vivere o farli morire per sempre.
A Fermo onoriamo i nostri caduti per essere degni eredi di questi grandi padri: Enrico Bellesi, Umberto Cerretani, Mario Cifola, Federico Ferri, Giuseppe e Luigi Fontana, Enzo Ficcadenti, Amedeo Lattanzi, Gino Moretti, Eliseo Quintili, Bruno Recchioni, Serafino Santini, Giuseppe Scoppa".
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25/04/2005
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