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Barriere architettoniche: colpito anche il nuovo lungomare

San Benedetto del Tronto | Cambiano le Amministrazioni ma il modo di agire resta sempre lo stesso.

di Nazzareno Torquati


L’ evoluzione tecnologica oltre a creare le condizioni di una maggiore vivibilità ha generato la necessità di leggi e normative per la tutela e la sicurezza che sono ormai patrimonio di tutti.
Leggi e normative che intervengono in tutti i settori dell’ attività umana e che sono oggetto di un attento controllo da parte delle autorità competenti .

Nessuno si sognerebbe di costruire, allestire negozi, laboratori, linee industriali senza le dovute prescrizioni di legge. Anzi le misure di sicurezza sono precedenti a qualsiasi progettazione.
I progressi della medicina e della moderna scienza della riabilitazione fisica ha permesso a milioni di persone colpite da malattie o traumi invalidanti di sottrarsi ad un destino di reclusione in Istituti o nelle proprie case per essere partecipi ad una normale vita sociale fatta di incontri, viaggi e spostamenti.

Per questo nuovo scenario si è avuta una particolare sensibilità legislativa e sono numerose le leggi e le normative che regolano le tecniche delle costruzioni, gli accessi, i luoghi e vanno sotto il termine di “abbattimento delle barriere architettoniche “  o anche di “accessibilità per portatori di handicap”.

Rispetto ad appena venti anni fa i progressi sono stati molti e la percezione del problema sta lentamente affermandosi nella cultura sociale . Scivoli, pedane, ascensori hanno fatto la loro comparsa in ogni luogo e le nuove costruzioni sono progettate e realizzate nel pieno rispetto della normativa e in molti episodi con la consulenza diretta delle associazioni dei disabili.

Eppure si riscontra, da diverso tempo, che diverse Amministrazioni della nostra zona colpite da una euforia del bello e dalla disponibilità finanziaria si dimenticano di creare le migliori condizioni per un uso ottimale degli spazi cittadini.

Nell’ ambito di un programma di rifacimento dei centri pedonali chi ha iniziato ad operare male è stata la seconda Amministrazione Perazzoli, della quale io stesso facevo parte, che non ha debitamente sensibilizzato le Associazioni di categoria affinchè con il rifacimento delle pavimentazioni si provvedesse anche all’ abbattimento delle barriere degli ingressi dei negozi che ancora oggi sono al 90% ancora presenti. E in questo caso non vale l’ alibi delle costruzioni antecedenti al 1989, la totalità dei negozi potrebbero essere  perfettamente  accessibili con poca spesa e basta girare per la città per rendersi conto di quale tecnica molti negozianti hanno utilizzato.

All’ epoca non si riuscì a fare questa operazione, che avrebbe dato distinzione alla città, sia perché la maggiore organizzazione di disabili, il Chapp, era disattenta e ormai contenta e soddisfatta di gestire il Centro di via Macchiavelli,  che  per una esaltazione di alcuni membri della giunta per la rapida collocazione delle opere d’ arte a cielo aperto  senza sentire i consigli di nessuno. In questo caso si scelse una pavimentazione levigata accompagnata da squalificanti scivoli di cemento.

Poi è venuta la volta dell’ Amministrazione di Grottammare con sindaco Massimo Rossi prima con il rifacimento di Via Colombo dove si è scelta una pavimentazione di cubetti di porfido che creano microtraumi non solo a chi è su sedia a ruote ma anche ai bambini in passeggino o a chi va in bicicletta. Poi lo scandalo del rifacimento del Lungomare sud dove una forma di fanatismo progettuale, che ha innalzato di oltre 30 centimentri il piano strada, ha di fatto reso fuori norma gli ingressi di tutti gli stabilimenti balneari (oggi ci si può accedere solo se accompagnati visti gli scivoli posticci poi realizzati) e mancanza ancora più grave in quasi due chilometri sono collocati solo due parcheggi per disabili a fronte degli almeno quindici necessari per legge.

L’ Amministrazione grottammarese in questa occasione poteva comportarsi diversamente e con i soldi spesi poteva ottenere molto di più e realizzare un percorso moderno da rappresentare un modello internazionale. Purtroppo per essere progressisti non è sufficiente solidarizzare con i contadini del Chapas quando poi  si appartiene ad una cultura genetica amministrativa secolare fatta di timori e paure del nuovo.

Oggi gli stessi macroscopici errori li sta commettendo la Giunta Martinelli. Parlando di lungomare innanzitutto vista la disponibilità di soldi si poteva per prima cosa pensare al totale abbattimento delle barriere di tutti i marciapiedi ad est del viale che sono come cinquanta anni fa. Poi vista l’ estrema confusione regnante nella parte sud in via di rifacimento si sarebbe potuta utilizzare una pavimentazione levigata con materiali ceramici e resine modernissime, antiscivolo e indistruttibili, a manutenzione praticamente zero.

E questi stessi materiali erano utilizzabilissimi anche nel centro cittadino con un minor costo e con risultati eccellenti dal punto di vista sia estetico, figurativo che di sicurezza per i cittadini comunque ambulanti. Scabrosità di percorso sono oggi intollerabili e creano le condizioni per infortuni a catena e lo stesso Sindaco Martinelli, da medico, sa bene che una caduta su un pavimento levigato fa meno danni che su un pavimento con sporgenze. Consiglierei al Sindaco di visitare centri pedonali quali quello di Ferrara, Grosseto, Bari, Firenze, Milano, Modena, tanto per restare in Italia e poi Madrid, Lisbona, Londra, Parigi tanto per restare in Europa e New York, Los Angeles, Tokio e le capitali sudamericane o i grandi e modernissimi centri degli Emirati Arabi. Non troverà una minima traccia di porfidi o altre cose anticate. Ma tutto moderno e funzionale.

Cambiano le Amministrazioni ma il modo di agire resta sempre lo stesso. Non si riesce ad operare e ad amministrare la cosa pubblica in una visione di insieme, nel prevedere anche l’ imprevisto. Ancora tutto è dovuto al caso, alla maledetta fretta di finire le cose, non importa esse come siano basta finirle anche se poi le conseguenze arrecheranno danni alle persone. Come una settimana fa è successo a mia madre ottantenne inciampata  in una buca nel pieno centro di San Benedetto che le ha causato la frattura della testa del femore. A lei come a centinaia di altri cittadini sambenedettesi che annualmente chiamano in causa la Amministrazione comunale per incidenti similari.

22/04/2005





        
  



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