Una sala gremita di imprenditori, di dirigenti sindacali e di categoria, oltre che ovviamente di simpatizzanti ed elettori di Alleanza Nazionale, ha accolto il Vice Ministro alle Attività Produttive Adolfo Urso che ha dedicato una tappa del suo tour marchigiano alla Vallata del Tronto proprio allo scopo di affrontare le problematiche connesse alla grave crisi industriale che affligge il sistema industriale piceno.

L'incontro, organizzato dal consigliere regionale di AN Guido Castelli, si è svolto presso la sala convegni comunale di Centobuchi di Monteprandone ed ha consentito l'illustrazione dei punti qualificanti del "pacchetto per la competitività" che sarà approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta di domani (oggi per chi legge).

Dopo il saluto di Pina Massi, capogruppo di AN al Consiglio Comunale di Monteprandone, che ha ricordato l'impegno della minoranza per lo sviluppo dell'area industriale di Centobuchi, è stata la volta di Guido Castelli che ha presentato una seria di proposte elaborate proprio allo scopo di disegnare una nuova politica industriale della regione Marche in favore delle imprese picene.

"E' assurdo " - ha detto Castelli - " che gli imprese picene debbano subire i livelli di tassazione più alti d'Italia, sia per quanto riguarda l'IRAP che l'Addizionale Regionale all'IRPEF. Sulle spalle delle imprese, già funestate dalla difficile congiuntura economica, si aggiunge la zavorra di una peso fiscale che non ha eguali nella nazione.".

E' stata la volta, quindi, dell'On. Urso il quale ha ricordato come il governo nazionale, nel breve volgere di quattro anni, abbia già portato a compimento una serie di riforme che l'Italia aspettava da anni: la riforma delle pensioni, quella del lavoro (legge Biagi), della scuola ed infine la riforma fiscale.

Urso ha passato, successivamente, in rassegna i tratti salienti del pacchetto sulla competitività ormai in dirittura d'arrivo sul tavolo del Governo Nazionale.

Di grande interesse sono risultate in particolare le misure "anti-delocalizzazione" (una vera piaga del nostro territorio) secondo le quali le imprese beneficiarie di finanziamenti pubblici subiranno la revoca dei benefici ricevuti qualora dovessero trasferire la propria produzione all'estero.