Incontriamo Luciano Agostini, Assessore al Bilancio della Regione Marche e candidato per i Democratici di Sinistra “Uniti nell’Ulivo” per la Provincia di Ascoli Piceno nelle prossime elezioni regionali del 3 e 4 Aprile, subito dopo la chiusura dell’affollato incontro che il Segretario nazionale DS Piero Fassino ha avuto a San Benedetto del Tronto con i sostenitori della sinistra e che di fatto ha aperto ufficialmente la campagna elettorale.

Assessore Agostini, un suo commento al discorso di Piero Fassino.
L’intervento di Fassino è stato un discorso di grande prospettiva. Alcuni passaggi avevo avuto modo di ascoltarli nel Congresso Nazionale. C’è conseguenzialità, mi pare, tra le scelte che questo partito fa nella fase congressuale e poi nella pratica attiva quotidiana. Siamo in campagna elettorale, dove noi portiamo i contenuti e le ragioni della nostra linea politica, in particolare questa di far crescere all’interno del centro-sinistra elementi di unità e novità, in particolare questa scelta che anche nelle Marche abbiamo fatto di Uniti nell’Ulivo. Io ritengo che questa sia una scelta forte. I nostri elettori, i nostri iscritti, ci chiedevano una scelta di unità e la nostra risposta è stata appunto quella di dar vita a questa lista dell’Ulivo, che credo sia l’unica novità nell’attuale scenario politico nazionale, e che ha una grande prospettiva per il governo di questa regione e per il governo nazionale il prossimo anno.

Nel suo intervento, che ha preceduto quello di Fassino, Lei ha accennato alla funzione europea della Regione e come la Giunta abbia ottimizzato le risorse comunitarie a disposizione. Ritiene necessario continuare su questa linea?
Per quello che riguarda le politiche europee io credo che la Regione sia oramai una parte essenziale del contesto europeo. Un Paese non sta in Europa se le Regioni non hanno questa proiezione. Io ho fatto quel riferimento e credo sia un aspetto importante. Storicamente la nostra Regione rimandava indietro i soldi, adesso li spende tutti. Questo è un’ulteriore testimonianza di come noi dobbiamo stare dentro al processo di integrazione europea. Mi pare che un po’ di meno ci creda il governo nazionale. Se io penso ai fondi FEOGA, quelli dell’agroalimentare e dell’agricoltura, il governo chiede una riduzione dello 0,2 sul PIL, sul bilancio europeo, e quindi evidentemente il governo che non ci crede sarebbe una grave iattura, perché tutte le risorse che noi abbiamo messo a disposizione per il sostegno dell’economia e delle imprese è oggi un fatto determinante, importante, essenziale.

Fassino ha citato spesso i giovani e gli anziani, ma solo una volta le donne. Tralasciando frasi stereotipate, qual è secondo Lei l’approccio femminile in una giunta amministrativa e quale può essere il suo deficit, se c’è un deficit al femminile?
Be’, al nostro segretario gli si può rimproverare tante cose, ma non quella di promuovere gruppi dirigenti nuovi, soprattutto con una forte presenza femminile. Abbiamo eletto i nostri organismi dirigenti con il 40% di donne, abbiamo eletto l’ultima segreteria nazionale con il 30% di donne tra cui una marchigiana, Silvana Amati, segretaria della federazione di Ancona. Da questo punto di vista penso che il nostro partito stia lavorando e stia soprattutto perseguendo il fattore di una nuova cultura politica che debba affermarsi anche a livello interno, ma da questo punto di vista penso che il nostro partito sia quello che ha già raggiunto alcuni obiettivi importanti. Per quello che riguarda il Governo (o i governi degli enti locali, regionali e nazionali) non può non vedere questa presenza, per cui io credo che un deficit questo governo regionale che abbiamo alle spalle ce lo ha avuto, da questo punto di vista, e penso dobbiamo recuperare. Ma Spacca lo recupererà.