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Confcommercio esclusa dal vertice sull’Ikea

| ANCONA - "Confcommercio, qualora invitata, avrebbe ribadito di non essere a priori contraria alla grande distribuzione, ma favorevole ad un robusto pluralismo delle forme distributive nel rispetto però delle regole."

Chi ha paura del lupo cattivo?  E’ chiaro a questo punto che non sopite reminiscenze dell’infanzia, quelle legate al mondo delle fiabe, riemergono prepotenti nell’intimo degli ex fanciulli Pesco e Bilò, rispettivamente Sindaci di Camerano e Numana, i quali hanno ritenuto saggio cautelarsi da chi si oppone, con fondate ragioni e leggi alla mano, alla realizzazione di ulteriori megastores nel più che saturo territorio provinciale.

Pesco e Bilò, verosimilmente ispirati alla carboneria risorgimentale, hanno programmato, a Numana, un incontro di emissari del colosso svedese IKEA con rappresentanze provinciali e regionali di Confindustria, Confartigianato e Cna, escludendo dal “summit” proprio la Confcommercio, vale a dire quell’Organizzazione che, sin dalle prime avvisaglie, ha opposto un fermo e netto dissenso all’insediamento di una qualsivoglia struttura elefantiaca che, anziché favorire il bacino di utenza, aggraverebbe una situazione di preesistente crisi per il commercio locale con gravi e negative ripercussioni  sull’occupazione, che nessun amministratore ha evidentemente interesse ad evidenziare; per non parlare dei disagi e dei rischi derivanti da un insostenibile aumento del volume di traffico  in una zona carente di adeguate infrastrutture, anche se studi preparati dal colosso svedese prevedono soltanto l’aumento di traffico di una macchina al minuto (chiaramente previsione sottostimata).

Non si siano dimenticati, al summit di Numana, l’esistenza di un piano di coordinamento territoriale approvato dall’Amministrazione provinciale su delega della Regione Marche, che costituisce un baluardo legale non facilmente sormontabile.  Piano territoriale che al vertice di Numana dovrebbe essere attentamente consultato dai soggetti invitati.

Soprattutto laddove il testo recita: “Recenti insediamenti nelle aree di Ancona Sud e Senigallia hanno saturato in gran parte l’offerta di grandi strutture commerciali anche rispetto ad un bacino stimato di utenza potenziale molto più esteso del territorio provinciale”.

Come dire, dunque, che la Provincia diffida dal riproporre sul territorio esperienze commerciali come quelle già presenti in zona Aspio-Baraccola, “Non essendoci più – recita ancora il Piano – adeguati spazi per ulteriori insediamenti”.

Ed inoltre se il Ptc stabilisce che per le grandi strutture commerciali deve essere adottato il metodo della concertazione intercomunale, come possono due Comuni, Camerano e Numana, decidere per tutto il territorio marchigiano? Nel caso Ikea, infatti, dovrebbero essere tenuti in considerazione almeno i pareri dei 49 Comuni della Provincia dorica, dato il bacino d’utenza di tale megastore.

Ecco, questo avrebbe ricordato il “Lupo cattivo” se i Sindaci di Numana e Camerano non avessero temuto di essere “sbranati”.

Confcommercio, qualora invitata, avrebbe ribadito  di non essere a priori contraria alla grande distribuzione, ma favorevole ad un robusto pluralismo delle forme distributive nel rispetto però delle regole.

Ma la verità che non si vuol dire, e che invece noi diciamo, è la mira di alcuni amministratori alla spartizione dei fondi destinati agli oneri di urbanizzazione.

Una ghiotta torta che fa loro dimenticare che ulteriori insediamenti non farebbero che cementificare l’area (altro che rilancio del turismo!), gravando sulla già precaria questione viabilistica e incidendo negativamente sul commercio locale e sui livelli occupazionali.
Vedremo se, alla fine, saranno la legge e il buon senso a prevalere o le ambizioni di amministratori dai loro feudi che non sembrano preoccuparsi minimamente delle conseguenze sull’economia del territorio.

25/03/2005





        
  



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