La poesia di Dante, le emozioni della musica, i suoni e i gesti della cultura.

 

Giovedì 10 febbraio al teatro comunale di Porto San Giorgio si racconta la Divina Commedia, un racconto immaginario evocato attraverso il suono, i segni, la lingua, il ritmo. Nell'inferno dantesco il teatro è immerso tra le righe dei versi più belli e più veri della poesia universale.

 

Inferno non è un recital, né una (ri)lettura del capolavoro dantesco. E’ un concerto musicale diviso in quattro parti, con partiture percussive e successive musicalità di ricerca che definiscono lo studio strumentale della voce e della fase narrante. La parola come suono trova la sua partitura in traslazione armonica con quello percussivo.

 

Vincenzo Di Bonaventura interpreta e musica i primi 17 canti e, a richiesta, anche i successivi. Il senso dello spettacolo è tutto nelle parole del poeta Eugenio Montale: “…Che la poesia abbia sempre il carattere di un dono e che pertanto essa presupponga la dignità di chi lo riceve, questo è forse il maggior insegnamento che Dante ci abbia lasciato. E se è vero ch’egli volle essere poeta e nient’altro che poeta, resta quasi inspiegabile alla nostra moderna cecità il fatto che quanto più il suo mondo si allontana da noi, di tanto si accresce la nostra volontà di conoscerlo e di farlo conoscere a chi è più cieco di noi”. Lo spettacolo è stato rappresentato nel 1998 al Festival Internazionale di Biella e Torino, Differenti sensazioni, e poi a Roma, Bologna, Venezia, Londra ricevendo consensi unanimi.

 

Commenta l’assessore alla cultura, Giacomo Maroni: “Il nostro vuole essere un tentativo concreto per avvicinare più gente possibile alla letteratura di tutto il mondo. Dopo Dante ci sarà una serata dedicata al poeta cileno Pablo Neruda. L’ingresso sarà sempre libero perché vogliamo che la cultura sia un’opportunità per tutti, accessibile a tutti”.