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Bush incontra l'Europa

| BRUXELLES - E' una giornata importante per l'Unione Europea che incontra, nel suo insieme di 25 Paesi, il Presidente George Bush.

di Maria Teresa Antonelli

Meno tre ed un cielo grigio, che piu' grigio non puo' essere. Il nevischio, che a tratti si trasforma in vortici di neve, si alterna a folate del vento gelido del nord. Si cerca rifugio all'interno dei surriscaldati edifici, ma il brusco cambiamento di temperatura ti colpisce altrettanto ferocemente. Il Centro Stampa del Palazzo del Consiglio e' alquanto animato: tutti i giornalisti accreditati per il Summet UE-USA sono in piena attivita'.

E' una giornata importante per l'Unione Europea che incontra, nel suo insieme di 25 Paesi, il Presidente George Bush. "Il clima e' decisamente diverso - ha osservato il Presidente francese Jacques Chirac durante la sua conferenza stampa appena terminata - qualcosa e' cambiato nell'approccio americano verso l'Europa. A noi tutti - ha detto ancora Chirac - ha dato l'impressione di una nuova presa di coscienza che prima gli Stati Uniti non avevano, hanno compreso la nuova realta' dell'Unione Europea e di quale forza puo' avere un simile partner." Il Presidente francese, nella sua qualita' di leader decano, sara' l'unico premier europeo a prendere la parola due volte, questa mattina al vertice Nato, tra poco in quello con gli Stati Uniti.

Le prime impressioni sono quelle dunque di un'America che cerca di recuperare e far dimenticare i dissidi di due anni fa sul controverso intervento in Iraq e la spaccatura all'Alleanza Atlantica. Bush insiste sull'amicizia fra l'Europa e l'America, quale elemento essenziale per assicurare la pace e la prosperita' nel mondo, aggiungendo che non saranno dei disaccordi passeggeri a dividerci.Pur accennando alle tematiche piu impellenti del momento ( Medio Oriente in particolare), il presidente americano ha tenuto un tono moderatamente soft sull'Irak, anche se la soddisfazione per le elezioni in quel Paese e' trapelata vistosamente non ha mancato di fustigare la passivita' di quei paesi europei che non hanno partecipato "alla liberazione dell'Iraq". "Ora e' tempo - ha commentato Bush- per le democrazie stabili di fornire un'assistenza politica, economica, concreta all'ultima arrivata in ordine di nuove democrazie. Un Iraq libero e democratico che combatte il terrorismo, sara' un faro della liberta' ed una risorsa di una reale stabilita' nella regione".

Non la pensano cosi' le migliaia di persone (circa cinquemila) che ieri hanno manifestato davanti all'Ambasciata Americana, osservando due minuti di silenzio per le vittime in Iraq, per le violazioni dei diritti umani e della non adesione americana al Protocollo di Kioto per le riduzioni nell'ambiente dei gas nocivi (nel 2012 le emissioni americane saranno superiori del 32% a quelle del 1990, gia' a quel tempo particolamente pesanti per l'effetto serra).

Sentiremo tra poco in conferenza stampa, l'esito dell'incontro di 90 minuti che George Bush sta avendo con i 25 premier dei Paesi dell'Unione.

Solo undici gli interventi. Silvio Berlusconi parlera' di competitivita' europea ed internazionale. Non si sa ancora se si fermera' per un incontro con la stampa, ma circola voce che probabilmente si tratterra' di battute veloci.

22/02/2005





        
  



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