Gentilissimo Direttore,
seguo con molto interesse la sua iniziativa editoriale e ne apprezzo l'equidistanza da posizioni politiche, cosa questa auspicabile, oltre che doverosa, per altre importanti testate cartacee. Tra le numerosissime notizie che offre quotidianamente al lettore piceno, di tanto in tanto, ritaglia, giustamente, spazi per opinioni diverse (apprezzo molto gli editoriali di Emme); se me “lo consente”, tanto per rimanere in tema, vorrei brevemente e rubandole poco spazio, dire qualcosa sul botta e risposta tra Cosmo de la Fuente ed Emanuele Mattioli, in merito all'episodio dell'aggressione al Premier Berlusconi.

Il primo parte in quarta già con il titolo “W Berlusconi”, il secondo auspica onori e gloria per l’aggressore.

Mattioli nel suo peregrinare storico alla ricerca improbabili collegamenti tra regimi passati e presenti defnisce Berlusconi, democraticamente eletto dal nostro popolo, è bene che lo si ricordi, “il lustra-scarpe di Bush, in una guerra totalmente amorale, antietica e perfino illegale”. Sarei molto grato al cortese lettore se facesse menzione di quale conflitto (dagli Ittiti ad Al Quaeda) possa definirsi morale, etico e legale.

La lettera inviatale è piena di spunti e facilmente confutabile, ma non voglio addentrarmi in risposte politiche e rimanere ai semplici fatti. Premesso che ritengo la stupida bravata di Del Bosco frutto di un odio ad personam, che attecchisce e degenera solo in particolari individui, credo sia giusto esaminare l’episodio dal punto di vista penale: è un'aggressione punto e basta, con l’aggravante della premeditazione.

Lasciamo stare poi se ne ha fatto le spese un pubblico ufficiale, come il premier di fatto è, le giustificazioni ed i pentimenti del colpevole; resta un episodio da condannare senza alcuna esitazione, per evitare pericolose emulazioni, cosa fatta da tutti i politici e buona parte dell’opinione pubblica (eccezion fatta per l’attempato poeta Luzi e per il nostro Mattioli). L’intervento di quest’ultimo su il Quotidiano, che ovviamente rispetto, non solo ignora la gravità di tale “disobbedienza” alle leggi democratiche che regolano la nostra società ma, dopo parallelismi improbabili con il ventennio, resta fiducioso in attesta che qualche assessore, con manie di protagonismo come quelle del reo, stravolga la toponomastica ed intitoli una via a Del Bosco.

Quando ho letto l’intervento di Mattioli, ero insieme ad amici, dal diverso pensiero politico e dopo  l’iniziale stupore per quanto scritto ci siamo chiesti: quanto c’è ancora da aspettare affinché si possa tranquillamente giudicare un politico per quello che fa e non per quello che è? Quando la finiremo con gli odi di parte e con questi fascismi che di tanto in tanto vengono riesumati a piacimento? Ma soprattutto…quando ognuno, soprattutto chi in giovane età, potrà costruire la propria libera coscienza politica e sociale in modo autonomo, senza farsi infinocchiare da stampa o politici professionisti?

* un nostro lettore in risposta a Cosmo de la Fuente ed Emanuele Mattioli, in merito all'episodio dell'aggressione al Premier Berlusconi.